12 Ottobre 2013

In morte di mamma Afra

In morte di mamma Afra
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Mamma Afra, ovvero Afra Martinelli è morta, dopo dodici giorni di agonia. Una rapina cruenta, sembra, o forse altro e legato al radicalismo islamico che imperversa in Nigeria. Era partita per il Continente dimenticato trentadue anni fa, dalla nativa Ciliverghe, presso Brescia, per la sua personale missione vicino ai poveri e ai disperati di quel lontano Paese africano. A tentare di ricostruire la sua vita è Giorgio Bernardelli sull’Avvenire del 12 ottobre: «Una donna di mezza età che ascolta la testimonianza di un vescovo in Nigeria [monsignor Adeosin Job, arcivescovo di Ibadan ndr.]. E a un certo punto decide di andare e spendere il resto della sua vita lì, mettendosi al servizio di quella giovane Chiesa. Non con un istituto religioso o con qualche ong, ma da sola, in assoluta povertà e semplicità». Quando si è diffusa la notizia della sua morte, prosegue il cronista, «abbiamo immediatamente cominciato a cercare su internet chi fosse questa donna che leggevamo essere da tanti anni missionaria in Nigeria. La grande sorpresa […] è stato non trovare proprio nulla: nemmeno una fotografia o un articolo tratto da un bollettino parrocchiale che raccontasse chi fosse e cosa raccontasse questa donna, che pure aveva fondato una scuola per ragazzi di Ogwashi-Ukwu. Lo stesso centro missionario diocesano ci ha detto di sapere pochissimo di lei […]. Anche nell’Archivio della Fondazione Cuore Amico – altra grande realtà missionaria di Brescia, che pure aveva sostenuto alcuni progetti di Afra Martinelli – le notizie su di lei sono molto scarne. Alla fine ad emergere è il ritratto di una vita talmente donata agli altri da arrivare quasi a scomparire. Proprio come l’evangelico chicco di grano caduto nel terreno buono che solo dopo che è morto diventa visibile attraverso i suoi frutti» (titolo dell’articolo: Un’esistenza tutta per gli altri, fino a scomparire)

Il mese di ottobre è dedicato anche alle missioni, ha ricordato papa Francesco pochi giorni fa. Questa notizia, oltre alla tristezza per lo spegnersi violento di una vita, porta con sé la gratitudine per quel che il Signore opera, al di fuori di ogni schema e progetto umano. E per quei tanti piccoli chicchi di grano che il Signore dissemina, invisibili ai grandi, ma tanto visibili ai piccoli e ai poveri di questo mondo. Quei poveri di Ogwashi-Ukwu e dei paesi attorno, che forse non conoscevano il nome del Presidente degli Stati Uniti d’America, né quello del Segretario di Stato vaticano, ma che ben conoscevano, e se ne rallegravano, quello di mamma Afra.

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