L'arte cristiana e l'incarnazione di Gesù
Tempo di lettura: 2 minuti«Sala Stampa Vaticana, appuntamento inconsueto: si presenta il Padiglione della Santa Sede alla Biennale Arte 2015. Il padrone di casa è il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura e commissario del Padiglione. Abituato a confrontarsi con le asperità della cultura contemporanea, promette in questa occasione che la Chiesa di papa Francesco giocherà la carta del cambiamento anche nella raffigurazione del sacro nelle chiese cercando di ricucire “il rapporto frantumato nel secolo scorso tra arte e fede, che in realtà sono sorelle”». Il riferimento è all’architettura e alla raffigurazione sacra, che nella modernità ha dato vita a sperimentazioni a volte riuscite, troppo spesso semplicemente orrende. «Il tema proposto dal cardinale è In principio… la parola si fece carne»., si legge ancora nell’articolo del Corriere della Sera del 20 aprile firmato da Paolo Conti (titolo articolo: Padiglione Vaticano: si punta sulla Parola).
Nota a margine. Abbiamo riportato la notizia perché colpisce il tema proposto per lo stand della Santa Sede. Non siamo fini teologi, ma il Vangelo di Giovanni l’abbiamo letto e ascoltato molte volte e recita: «In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio». E ancora, l’Angelus: «E il Verbo si è fatto carne/ e venne ad abitare in mezzo a noi… ». Insomma da semplici fedeli suona alquanto strana questa incarnazione “In principio”. Gesù si fa carne nel tempo, in un momento di tempo, come scrive Eliot nei Cori della Rocca. Un determinato momento di tempo.
Se non si fosse incarnato in quel momento di tempo, duemila anni fa, vana sarebbe la storia della redenzione, fallaci i Vangeli e i dogmi cristiani sull’incarnazione e sull’immacolata concezione (e gli altri a seguire). È possibile che il tema voglia proporre un gioco di parole riguardanti la creazione, più che l’incarnazione, ma anche in questo caso non si fugge all’equivoco che viene ingenerato. Ci fermiamo qua per non annoiare.
Non sappiamo se questo titolo sia stato effettivamente proposto dal cardinal Ravasi, come suggerisce il cronista che comunque non è fonte ufficiale, o da qualche monsignore o altri: di certo il tema, che appare vagamente gnostico, può ingenerare confusione, in particolare se fa bella mostra di sé in un Padiglione della Santa Sede.
A volte nella Chiesa ci si accapiglia per cose secondarie e capita sfuggano cose che riguardano l’essenzialità della fede.