Papa Francesco e la preghiera di Abramo
Tempo di lettura: 2 minutiNella Messa del primo luglio in Casa Santa Marta, Papa Francesco ha parlato di coraggio e insistenza nella preghiera, ricordando come Abramo abbia pregato il Signore per evitare la morte dei giusti nella distruzione di Sodoma e Gomorra, e paragonando la sua preghiera ad «un “commercio fenicio”» nel quale si contratta sul prezzo e chi chiede deve cercare di tirare il più possibile; Abramo «da cinquanta è riuscito ad abbassare il prezzo a dieci. Lui sapeva che non era possibile. Soltanto c’era un giusto […] il suo cugino». L’argomentazione che Abramo utilizza nella sua preghiera, ha ricordato, «prende gli argomenti, le motivazioni dello stesso cuore di Gesù»: «Convincere il Signore con le virtù proprie del Signore! Quello è bello! L’esposizione di Abramo va al cuore del Signore e Gesù ci insegna lo stesso: “Il Padre sa le cose. Il Padre […] manda la pioggia sui giusti e sui peccatori, il sole per i giusti e per i peccatori”. Con quell’argomentazione Abramo va avanti», perché «pregare è negoziare col Signore, anche diventare inopportuno col Signore. Pregare è lodare il Signore nelle sue cose belle che ha e dirgli che queste cose belle, ce le mandi a noi. E se Lui è tanto misericordioso, tanto buono, che ci aiuti!». Quindi, concludendo, ha esortato a recitare il Salmo 102: «“Benedici il Signore anima mia, quanto è in me benedica il suo nome. Non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le colpe, guarisce tutte le infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e di misericordia”. E con questo impareremo le cose che dobbiamo dire al Signore quando chiediamo una grazia. “Tu che sei misericordioso, Tu che perdoni, fammi questa grazia”: come aveva fatto Abramo e come aveva fatto Mosè. Andiamo avanti nella preghiera, […] con questi argomenti che vengono proprio dal cuore di Dio».