Papa Francesco e l'inerme onnipotenza di Dio
Tempo di lettura: 2 minutiNell’omelia della messa delle Palme, il santo Padre ha accennato alla gioia di Gesù per l’affetto della gente che lo accoglie quando entra «umilmente» a Gerusalemme sul dorso di un’asina. Una gioia che si trasformerà presto in feroce condanna. Dopo aver commentato le sofferenze della sua Passione, durante la quale è stato tradito, abbandonato e umiliato, Francesco ha spiegato che Gesù: «per essere in tutto solidale con noi, sulla croce sperimenta anche il misterioso abbandono del Padre».
«Nell’abbandono, però, prega e si affida: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”. Appeso al patibolo, oltre alla derisione, affronta l’ultima tentazione: la provocazione a scendere dalla croce, a vincere il male con la forza e a mostrare il volto di un dio potente e invincibile. Gesù invece, proprio qui, all’apice dell’annientamento, rivela il volto vero di Dio, che è misericordia. Perdona i suoi crocifissori, apre le porte del paradiso al ladrone pentito e tocca il cuore del centurione. Se è abissale il mistero del male, infinita è la realtà dell’Amore che lo ha attraversato, giungendo fino al sepolcro e agli inferi, assumendo tutto il nostro dolore per redimerlo, portando luce nelle tenebre, vita nella morte, amore nell’odio
».
In questa settimana santa, quindi, Francesco ha invitato i fedeli a guardare spesso il Crocifisso, che è la «cattedra di Dio», per «imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama […]. Rivolgiamo lo sguardo a Lui, chiediamo la grazia di capire almeno qualcosa di questo mistero del suo annientamento per noi; e così, in silenzio, contempliamo il mistero di questa Settimana
».