Papa Francesco: la misericordia di Gesù, la guerra e il traffico di armi
Tempo di lettura: 2 minutiPer essere discepoli di Gesù bisogna «non anteporre nulla all’amore per Lui, portare la propria croce e seguirlo». Così Papa Francesco all’Angelus dell’8 settembre, che ha spiegato: «Seguire Gesù non significa partecipare a un corteo trionfale! Significa condividere il suo amore misericordioso, entrare nella sua grande opera di misericordia per ogni uomo e per tutti gli uomini. L’opera di Gesù è proprio un’opera di misericordia, di perdono, di amore! È tanto misericordioso Gesù! E questo perdono universale, questa misericordia, passa attraverso la croce. Gesù non vuole compiere questa opera da solo: vuole coinvolgere anche noi nella missione che il Padre gli ha affidato. Dopo la risurrezione dirà ai suoi discepoli: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi… A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati”. Il discepolo di Gesù rinuncia a tutti i beni perché ha trovato in Lui il Bene più grande, nel quale ogni altro bene riceve il suo pieno valore e significato».
Quindi ha ricordato che «in questo momento in cui stiamo fortemente pregando per la pace […] c’è una guerra più profonda che dobbiamo combattere, tutti! È la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce!». E ha concluso esortando a «dire no alla violenza in tutte le sue forme; dire no alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale. Ce n’è tanto! Ce n’è tanto! E sempre rimane il dubbio: questa guerra di là, quest’altra di là – perché dappertutto ci sono guerre – è davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale?».
Al termine dell’Angelus il Papa ha esortato a perseverare nella preghiera per la pace in Siria.