Papa Francesco: la perversione dell'essenziale e i sacrifici umani
Tempo di lettura: 2 minutiNella messa celebrata a Casa santa Marta il 18 novembre, Francesco si è soffermato su un passo dei Maccabei, ricordando come le guide del popolo non volevano più che Israele fosse isolato dalle altre nazioni e così, abbandonando le proprie tradizioni, vanno a trattare con il re. Negoziano con entusiasmo, come se dicessero «siamo progressisti, andiamo con il progresso dove va tutta la gente». Sono in preda a uno «spirito del progressismo adolescente» che «crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà». Non negoziano i valori, ma «negoziano proprio l’essenziale del suo essere: la fedeltà al Signore».
E ha proseguito: «E questa è una contraddizione: non negoziamo i valori ma negoziamo la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità. E poi, accadono le conseguenze. Hanno preso le abitudini dei pagani, poi un passo avanti: il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Non è la bella globalizzazione dell’unità di tutte le Nazioni, ma, ognuna con le proprie usanze ma unite, ma è la globalizzazione dell’uniformità egemonica, è proprio il pensiero unico. E questo pensiero unico è frutto della mondanità». Questa uniformità porta quindi il re a mettere a morte chi non segue questo progresso, chi è fedele all’alleanza. Finché il re non innalza «sull’altare un abominio di devastazione».
Quindi, ha osservato amaramente, la vicenda prosegue con «le condanne a morte, i sacrifici umani». Una lettura attuale, ha proseguito il Papa: «Ma voi pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono».
E ha concluso, chiedendo di pregare il Signore perché «con la Sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, portandolo per mano, come un papà porta il suo bambino».