Papa Francesco, la preghiera di lode e la vera grazia che è Gesù
Tempo di lettura: 2 minutiNell’omelia tenuta durante la messa del 10 ottobre in Casa Santa Marta, Papa Francesco si è soffermato sulla preghiera: «Come preghiamo, noi? Preghiamo così, per abitudine, pietosamente ma tranquilli, o […] con coraggio, davanti al Signore per chiedere la grazia, per chiedere quello per cui preghiamo? Il coraggio nella preghiera […]. Il coraggio di avere fiducia che il Signore ci ascolti». Quindi, riprendendo il passo del Vangelo in cui Gesù dice: «Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono», il Pontefice ha osservato che «Quando noi preghiamo coraggiosamente, il Signore ci dà la grazia, ma anche ci dà se stesso nella grazia: lo Spirito Santo, cioè, se stesso! Mai il Signore dà o invia una grazia per posta: mai! La porta Lui! È Lui, la grazia! Quello che noi chiediamo è un po’ come […] la carta che avvolge la grazia. Ma la vera grazia è Lui, che viene a portarmela. È Lui. La nostra preghiera, se è coraggiosa, riceve quello che chiediamo ma anche quello che è più importante: il Signore». Nei Vangeli, ha osservato, «alcuni ricevono la grazia e se ne vanno»: dei dieci lebbrosi guariti da Gesù, solo uno torna a ringraziarlo; come il cieco di Gerico che, guarito dal Signore, innalza la sua preghiera di lode a Dio: «Sappiamo che una grazia – ha concluso – sempre è portata da Lui: è Lui che viene e ce la dà. Non facciamo la brutta figura di prendere la grazia e non riconoscere Quello che ce la porta, Quello che ce la dà: il Signore. Che il Signore ci dia la grazia di darci se stesso, sempre, in ogni grazia. E che noi lo riconosciamo, e che noi lo lodiamo come quegli ammalati guariti del Vangelo. Perché abbiamo, in quella grazia, trovato il Signore».