Papa Francesco: l'evangelizzazione si fa in ginocchio
Tempo di lettura: 2 minuti«La gioia della consolazione, la croce e la preghiera»: questi i tre «punti di riferimento della missione cristiana» di cui ha parlato ai seminaristi, novizi e novizie Papa Francesco nella Messa del 7 luglio a San Pietro. «Quando la mamma prende il bambino sulle ginocchia e lo accarezza; così il Signore farà con noi e fa con noi. Questa è la cascata di tenerezza che ci dà tanta consolazione. “Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò”», ha spiegato il Pontefice. Una consolazione, quella di Dio, che «dona serenità e gioia», ma della quale «possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da Lui, di essere amati da Lui». «La fecondità dell’annuncio del Vangelo – ha poi proseguito – non è data né dal successo, né dall’insuccesso secondo criteri di valutazione umana, ma dal conformarsi alla logica della Croce di Gesù […], la logica dell’amore. È la Croce – sempre la Croce con Cristo, perché a volte ci offrono la croce senza Cristo: questa non va! – È […] sempre la Croce con Cristo che garantisce la fecondità della nostra missione». Infine, la preghiera: «La Chiesa, ci ha ripetuto Benedetto XVI, non è nostra, ma è di Dio; e quante volte noi, i consacrati, pensiamo che sia nostra!»; la missione, ha affermato, «è soprattutto grazia. La missione è grazia. E se l’apostolo è frutto della preghiera, in essa troverà la luce e la forza della sua azione. La nostra missione, infatti, non è feconda, anzi si spegne nel momento stesso in cui si interrompe il collegamento con la sorgente, con il Signore». Quindi, rivolgendosi ai seminaristi e novizi, ha aggiunto: «uno dei vostri formatori, mi diceva l’altro giorno: évangéliser on le fait à genoux, l’evangelizzazione si fa in ginocchio. Sentite bene: “l’evangelizzazione si fa in ginocchio”. Siate sempre uomini e donne di preghiera. Senza il rapporto costante con Dio la missione diventa mestiere […]. Il rischio dell’attivismo […] è sempre in agguato»; Gesù, ha ricordato, «alla vigilia di ogni decisione o avvenimento importante, si raccoglieva in preghiera intensa e prolungata. Coltiviamo la dimensione contemplativa, anche nel vortice degli impegni più urgenti e pesanti. E più la missione vi chiama ad andare verso le periferie esistenziali, più il vostro cuore sia unito a quello di Cristo, pieno di misericordia e di amore. Qui sta il segreto […] della fecondità di un discepolo del Signore!».