Papa Francesco, la memoria di Gesù non è un semplice ricordo. Tocca il cuore
Tempo di lettura: 2 minutiLa messa non è un evento sociale ma presenza del Signore in mezzo a noi. Questo il messaggio espresso da papa Francesco nell’omelia del 3 ottobre durante la messa in Casa Santa Marta. Partendo dalla prima lettura, tratta dal libro di Neemia, narrante l’episodio di Esdra che legge dall’alto il Libro della Legge, da tutti ritenuto perduto, e il popolo commosso piange di gioia, il Pontefice ha spiegato che il Popolo di Dio «aveva la memoria della Legge, ma era una memoria lontana»; in quel giorno invece «la memoria si è fatta vicina» e «questo tocca il cuore». «Quando la memoria non è vicina – ha osservato -, quando noi non abbiamo questa esperienza della vicinanza della memoria, questa entra in un processo di trasformazione, e la memoria diventa un semplice ricordo». Al contrario, e si tratta di un «principio della nostra vita cristiana», quando tale memoria «si fa vicina, si trasforma in gioia e questa è la gioia del popolo»: «E questa gioia è la nostra forza. La gioia della memoria vicina […]. Questo incontro con la memoria è un evento di salvezza, è un incontro con l’amore di Dio che ha fatto storia con noi e ci ha salvati; è un incontro di salvezza. Ed è tanto bello essere salvati, che bisogna fare festa». «Ogni settimana – ha osservato – andiamo in chiesa […] e questa memoria, tante volte, ci annoia, perché non è vicina. È triste, ma la Messa tante volte si trasforma in un evento sociale e non siamo vicini alla memoria della Chiesa, che è la presenza del Signore davanti a noi. Immaginiamo questa bella scena nel Libro di Neemia: Esdra che porta il Libro della memoria di Israele e il popolo che si avvicina alla sua memoria e piange, il cuore è riscaldato, è gioioso, sente che la gioia del Signore è la sua forza. E fa festa […] semplicemente».