Tota pulchra es Maria
Tempo di lettura: 2 minutiL’8 dicembre 1963, nel suo primo anno di pontificato, Paolo VI, in occasione della solennità dell’Immacolata concezione, celebra messa nella Basilica dei Santi Apostoli. Pubblichiamo parte dell’omelia: «La natura umana si è mai espressa in una forma completamente perfetta? Da Adamo in poi l’umanità non ha più avuto questa fortuna, salvo che in Nostro Signore Gesù Cristo e nella Madre sua Santissima. È questa nostra Sorella, questa eletta Figlia della stirpe di David, a rivelare il disegno originario di Dio sul genere umano, quando ci creò a sua immagine e somiglianza. Il ritratto, dunque, di Dio. Poterlo ammirare in Maria, finalmente ricostituito, finalmente riprodotto nella genuina e nativa bellezza e perfezione: ecco una realtà che ci incanta e rapisce, placando, si direbbe, l’accesa e inappagata nostalgia di bellezza che gli uomini portano nel cuore. Essi infatti ritengono, con moltiplicati sforzi – la vita moderna è tesa verso questo scopo – di poter raggiungere l’ideale allorché della bellezza dànno qualche forma, qualche espressione, senza però mai riuscire a portarla alle sue profonde, vere caratteristiche, che sono quelle non della forma, ma dell’essere.
Maria è perfetta nel suo essere; è immacolata nella sua intima natura, dal primo istante della sua vita. Noi staremmo perciò ad ammirare di continuo un tale prodigioso riflesso della bellezza divina, fino a sentirci, ovviamente, pur tanto dissimili, arcanamente consolati.
Dissimili, perché Maria è l’unica, la privilegiata, e nessuno potrà mai non solo eguagliarla, ma neppure avvicinarla. Consolati, nondimeno, perché Maria è la Madre nostra; perché Ella ci ripresenta ciò che abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità, l’immagine dell’umanità innocente, santa. Ce ne svela i principii, poiché Maria è in assoluto rapporto con Dio mediante la Grazia; perché il suo essere è tutto armonia, candore, semplicità; è tutto trasparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza.
Che cosa diremo, allora, alla Madonna, in questo sguardo che diamo, rapiti e consolati, al mistero di innocenza e di santità? Diremo intanto ciò che abbiamo poco fa proferito: Tota pulchra est, Maria . . .!
Finalmente l’immagine della bellezza si leva sopra l’umanità senza mentire, senza turbare. Le creature tutte la rimirano ed esclamano: sei veramente, sei realmente la bellezza: Tota pulchra es!
In secondo luogo, dopo aver considerato questo ineffabile dono di Dio in Maria, ci convinceremo che esso non è un sogno fallace, non è un tentativo vòlto ad aumentare ancora in noi acuta nostalgia e doloroso rammarico. Ci rianima, invece; e proclama che la perfezione è possibile; che a noi pure è accordato di ricostituire, – se non certo nella medesima completezza e uguale splendore, ma con le stesse energie, che sono quelle della Grazia, dei divini carismi, dello Spirito Santo – quel pensiero che Iddio ha avuto sopra di noi creandoci, per cui anche noi possiamo, diventare buoni, virtuosi, santi, se viviamo il mistero della Grazia, il grande mistero di Maria».