La Madonna del Carmelo, la “nuvoletta che sale dal mare”
«Una piccola nube, non più grande del palmo di una mano, salì dal mare. E subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento. La pioggia cadde a dirotto. E la siccità finì». A narrarlo è il I Libro dei Re (18, 44).
Mistici ed esegeti, agli albori del cristianesimo, interpretarono quella “piccola nube” come l’immagine profetica della Madonna che, con la nascita di Gesù, avrebbe dato vita e fecondità al mondo.
Il primo libro dei Re, dedicato per la maggior parte al profeta Elia, narra che il Signore di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, dopo tre anni di siccità che aveva devastato Israele, aveva fatto cadere una copiosa pioggia, annunciata proprio da quella “piccola nube” che era salita dal mare. Nonostante che Acab, l’empio re d’Israele, lo avesse rinnegato in favore del dio Baal, definito il “padrone del mondo” assetato di sacrifici umani.
Perché il miracolo potesse compiersi, il Signore aveva chiamato a sé Elia, uno dei pochi ad essergli rimasto fedele nonostante la feroce persecuzione del re. La maggior parte dei profeti, infatti, aveva seguito Baal sull’esempio di Acab e della sua regina Gezabele.
Sarà quindi Elia a mettere alla prova il re e il popolo, chiedendo di pregare la loro divinità per ottenere la tanto sospirata pioggia. Invocato per un intero giorno Baal con numerosi riti propiziatori, questi non s’era palesato. Ma non appena Elia aveva pregato il Dio d’Israele, aveva cominciato a piovere. E tanto.
Il testo sacro racconta anche che il primo a vedere la salvifica nuvoletta era stato il servo di Elia salito sul Monte Carmelo per osservare dall’alto il mare. E proprio da lassù il giovane aveva visto la piccola nube che annunciava pioggia. Tutto questo accadeva 850 anni prima della venuta di Gesù.
Il Carmelo – che significa “giardino di Dio” – s’innalza in Samaria, a trenta chilometri da Nazareth ed è uno dei luoghi più belli della Palestina. Quando lo sposo del Cantico dei Cantici (7,5) vuole esprimere la bellezza della sua sposa dice: «Caput tuum ut Carmelus», «la tua testa è bella come il Carmelo».
Isaia, per rappresentare lo splendore del futuro Messia, lo dipinge rivestito di tutte le bellezze del Carmelo, sede di giustizia e di santità. Sempre Isaia afferma: «Datus est ei decor Carmeli» (Is 35, 2). «La bellezza del Carmelo le è stata data…». E anche in questo caso, termine di quella bellezza, secondo gli antichi Padri, era la Madonna.
Sul Carmelo, Elia, perseguitato dall’eterno nemico Acab, si era nascosto in una grotta per dedicarsi alla preghiera. Attorno a quella grotta, prima e dopo di lui – come Maria anche Elia fu assunto in cielo in anima e in corpo – , si riuniranno eremiti ispirati a quel grande profeta che aveva letteralmente salvato Israele dall’ira di Dio provocata dal suo tradimento.
Col passare dei secoli, a salire sul Carmelo saranno molti eremiti cristiani, assumendo come loro ispiratore proprio il profeta Isaia. Figura che sempre di più sarà legata, per i cristiani, alla Vergine Maria, proprio in virtù dell’identificazione della Madre di Gesù con la nuvoletta salvifica citata nel libro dei Re.
Già nel V secolo d. C. Crisippo, prete di Gerusalemme, così saluta la Vergine Maria: «Ave nuvola della pioggia che offre bevanda alle anime dei santi». Con l’eremitismo del secolo XII, il Carmelo diviene un luogo di culto verso la madre di Gesù.
Un libro di pellegrini, scritto verso il 1220, testimonia: «Sul monte Carmelo vi è un luogo delizioso, in cui vivono eremiti latini, che si chiamano frati del Carmelo. Vi è una piccola chiesa dedicata alla Beata Vergine».
Col trascorrere del tempo, quegli eremiti assunsero il nome ufficiale di Frati della Beata Vergine del Monte Carmelo, i quali sono chiamati a seguire le orme spirituali della Vergine professandone il culto. E il Carmelo divenne così il monte di Maria. Nel secolo XVII vi sorse il santuario di Nostra Signora del Carmelo con il grande convento dei Carmelitani.
La Chiesa, nel corso dei secoli, ha dimostrato di apprezzare l’interpretazione “mariana” del testo dell’Antico Testamento, aggiungendo ai gloriosi titoli della santissima vergine Maria quella di Madonna del Monte Carmelo.
In un ampio compendio sulle grazie elargite dalla Vergine Maria, redatto nel 1727, il carmelitano Daniele Della Vergine scrive: «Elia arse d’amore per Maria […] Tutto quello che Elia possiede, tutto ciò che gli si riconosce in proprio viene da Maria, ed è per Maria che egli lo ritiene».
Oggi, alla Madonna del Carmine, come è anche chiamata, sono dedicate chiese sparse in tutto il mondo e la sua devozione è diffusa ben oltre l’ordine dei carmelitani e delle carmelitane, tanto che la festa del Carmelo è stata inserita nel Calendario liturgico generale. Carmelitani furono santa Teresa d’Avila, san Giovanni della Croce e santa Teresina del Bambin Gesù, per citare i santi più noti.
La festa è stata fissata il 16 luglio, giorno in cui nel 1251, la Madonna con il Bambino in braccio apparve al primo padre generale dell’Ordine del Carmelo, Simone Stock, al quale consegnò lo scapolare, detto popolarmente “l’abitino della Madonna” che formava allora parte dell’abito religioso (anche se originariamente era stato un vestito di lavoro che usavano i servi e gli artigiani).
Lo scapolare era stato recato in dono dalla Madonna in risposta alla preghiera dello Stock, angustiato da problemi legati all’Ordine. Ecco la promessa che accompagnava quel dono: «Questo è un privilegio per te e per tutti i tuoi: chi morirà portandolo, non soffrirà il fuoco eterno». Nel corso del tempo, il privilegio dello scapolare fu esteso a tutti i cristiani che avessero voluto praticare la pia devozione.
«Il Carmelo è totalmente mariano» ebbe a dire papa Leone XIII. San Pio X ha reso questa interpretazione propria del supremo magistero ecclesiastico, e così leggiamo, nell’Enciclica Ad diem illum laetissimum: «Ma dato che è piaciuto all’eterna Provvidenza del Signore che l’Uomo-Dio ci sia stato dato per il tramite di Maria e poiché questa avendolo ricevuto dalla feconda virtù dello Spirito Santo l’ha portato realmente nel suo seno, non ci rimane che ricevere Gesù dalle mani di Maria».
«Così noi vediamo nelle sante scritture, che ogni volta che ci è profetizzata la grazia che ci deve giungere, quasi sempre il Salvatore degli uomini vi appare insieme alla sua santissima Madre […] Maria è oggetto del pensiero di Elia, che vede la piccola nube che sale dal mare. E senza aggiungere altro, noi troviamo sempre Maria dopo Cristo nella legge, nella verità delle immagini e delle profezie».
E visto che la Madre di Nostro Signore non fa nulla a caso, è evidente il legame che intercorre tra la Madonna del Carmelo e le apparizioni di Fatima e di Lourdes. La Vergine apparve sei volte ai tre pastorelli: in cinque di queste indossava un abito bianco bordato d’oro. Salvo in quella relativa al miracolo del sole: in questo caso portava l’abito carmelitano con la rappresentazione dei misteri del Rosario.
Né va dimenticato poi che l’ultima apparizione della Madonna di Lourdes a Bernadette Soubirous avvenne esattamente il 16 luglio del 1858, festa di Nostra Signora del Carmelo.