Lorenzo Bartolini, la realtà e la preghiera
Tempo di lettura: < 1 minuteLorenzo Bartolini – autore di questa splendida scultura intitolata La fiducia in Dio – diceva che «tutta la natura è bella, e chi saprà copiarla, saprà tutto quello che deve sapere un artista».
Lo scultore toscano (1777-1850) maturò la sua profonda avversità nei confronti del «pregiudizio dell’idealismo» in arte, e non solo, soprattutto a partire dal crollo dell’impero napoleonico.
Tornato a Firenze dopo alcuni anni trascorsi in Francia, alla corte della famiglia Bonaparte, e poi a Carrara – dove scolpì una gigantesca statua dell’imperatore còrso –, Bartolini intensificò la sua critica al classicismo accademico anche esortando gli studenti dell’Accademia fiorentina di Belle Arti a cercare la bellezza nelle opere antiche, ma innanzitutto nella natura, perché, spiegava loro, «la natura vale più dell’antico». Copiare la natura, anche nei suoi aspetti di deformità, «è lo scopo e la difficoltà dell’arte»
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Bartolini realizzò “La fiducia in Dio” nel 1835 (capolavoro in marmo attualmente conservato nel Museo Poldi Pezzoli di Milano) ispirato da una modella stanca di posare. Fu colpito e commosso dal suo gesto di allentamento della tensione, dal naturale movimento di abbandono e di riposo, dall’atteggiamento di silenziosa implorazione al cielo
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Un piccolo suggerimento di bellezza da parte della realtà. L’artista seppe coglierlo e raffigurarlo in modo sublime
per gentile concessione di italianways.com