Impressioni da Roma
A Roma, la Chiesa del Gesù, in questo tempo di Quaresima, ai piedi della croce la fotografia dei cristiani copti assassinati dall’Isis in Libia (forse). Da basso, accanto alla foto, i loro nomi, che sono stati inseriti nel Sinassario copto, così che la Chiesa Ortodossa d’Egitto li ricorderà, in festa, ogni 15 febbraio.
Immagine icastica quella che viene proposta in questa foto, di questa povera gente che, senza nessun merito, per grazia, Gesù ha voluto associare alla sua Passione. Così, ai piedi della Croce, anzi abbracciati da questa, queste persone d’arancio vestite, come i tanti detenuti delle varie Guantanamo del mondo (quelle che costruiscono i cattivi di questo mondo per i loro disegni perversi; quelle che costruiamo noi con i nostri peccati), interpellano anche noi.
Quella frase proferita da questi poveretti prima di essere uccisi, quel «Gesù, aiutami», così simile a quella del buon ladrone («Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno»), tocca il cuore, oggi come allora.
«Tu mi guardi dalla Croce, questa sera, mio Signor/ ed intanto la tua voce mi sussurra dammi il cuor», recita un canto quaresimale. Così che quella che sembra apparentemente la più grande vittoria del male diventa anch’essa, per grazia, altro. Altro che commuove e che muove. Attrae. Tale è «l’attrattiva Gesù».