Impressioni da Roma
Enea ed Ulisse, i due eroi opposti del viaggiare. Cercano la terra promessa e guardano a Itaca, in modo complementare e capovolto. Il meraviglioso e il familiare, avrebbe detto Pavese. Lo scrittore delle Langhe, ricorrendo ai miti, pone una sfida profonda, distinguendo un viaggiare a tutti i costi (oggi si potrebbe accostare alla logica del consumismo turistico) per evadere o distrarsi, e un viaggio, sia pur magari nel quotidiano, aperto all’imprevisto.
Come l’Ulisse dei Dialoghi con Leucò, incapace di vivere a Ogigia, l’isola in cui ci si dimentica e si è dimenticati, e aderire alla sentenza di Calipso. Nulla regge all’andare del tempo, la maturità è accettare l’istante che viene e l’istante che va, come il movimento delle onde. Alla domanda della ninfa cosa vada ancora cercando, l’Odisseo di Pavese risponde: «Quello che cerco l’ho nel cuore, come te».