Il miracolo di Natale del 1914
Tempo di lettura: 2 minutiHa fatto il giro del mondo il video della catena di supermercati inglese Sainsbury’s sulla tregua del Natale del 1914. Prodotto nel centenario della grande guerra, forse il ricordo più commovente di quella tragica temperie uscito in questo anno. Il fatto che sia stato realizzato per scopi commerciali fa certo onore a Sainsbury’s, ma rende l’idea della inanità nella quale è sprofondata la cultura occidentale, non più in grado di produrre qualcosa di significativo.
Sul Corriere della Sera del 24 dicembre, in un articolo di Paolo Rastelli dal titolo significativo: Il miracolo del 25 dicembre 1914 Cento anni fa il silenzio delle armi, si narra appunto di quella quella tregua di Natale che negli anni «venne vista come la dimostrazione che gli uomini sono fondamentalmente buoni e che erano stati spinti alla guerra da governi stupidi e irresponsabili».
Un miracolo spontaneo, appunto, nato dal basso, da gente che non ne poteva più di quella guerra assassina. Non un moto di massa, ma episodi isolati che fiorirono in alcune parti del fronte, tra nemici che fino al giorno prima si uccidevano da opposte trincee. Un miracolo che fece infuriare i superiori di entrambi i contendenti, i quali minacciarono pene severissime se si fosse ripetuto (e infatti resta episodio isolato).
Nell’articolo il ricordo del caporale Leon Harris: «È stato il Natale più meraviglioso che io abbia mai passato. Eravamo in trincea la vigilia di Natale e verso le otto e mezzo di sera il fuoco era quasi cessato. Poi i tedeschi hanno cominciato a urlarci gli auguri di Buon Natale e a mettere sui parapetti delle trincee un sacco di alberi di Natale con centinaia di candele. Alcuni dei nostri si sono incontrati con loro a metà strada e gli ufficiali hanno concordato una tregua fino alla mezzanotte del Natale. Invece poi la tregua è andata avanti fino alla mezzanotte del 26, siamo tutti usciti dai ricoveri, ci siamo incontrati con i tedeschi nella terra di nessuno e ci siamo scambiati souvenir, bottoni, tabacco e sigarette. Parecchi di loro parlavano inglese. Grandi falò sono rimasti accesi tutta la notte e abbiamo cantato le carole. È stato un momento meraviglioso e il tempo era splendido, sia la vigilia che il giorno di Natale, freddo e con le notti brillanti per la luna e le stelle [dopo settimane di pioggia battente ndr.]».
Altro ricordo, stavolta una lettera dal fronte: «Era commovente tra le trincee uomini fino a quel momento nemici feroci stavano insieme intorno a un albero in fiamme a cantare le canzoni di Natale».
Al fronte anche quella mitica partita di calcio immortalata nello spot, tra inglesi e tedeschi (vinsero i secondi 3 a 2), relegata da tempo nei ricordi leggendari, che però ha trovato conferma in una lettera del generale Walter Congreve, «che racconta alla moglie della tregua e della partita di calcio anche se ammette di non averla vista con i propri occhi ma di averlo saputo da testimoni oculari».
Nota a margine. Piace ricordare quel Natale 1914 in questo momento in cui il mondo è scosso dai conflitti. Non una favola idealizzata e sdolcinata, ma un miracolo che ha commosso cuori impauriti e sperduti a causa di quella guerra assassina. Oggi come allora è speranza e augurio che il Signore rinnovi i Suoi miracoli.