Accordo Iran-USA su prigionieri, soldi e nucleare
Tempo di lettura: 2 minutiE’ stato siglato un accordo Iran-USA in base al quale Teheran rilascerà cinque iraniani americani detenuti nelle sue carceri in cambio della liberazione di cinque iraniani ristretti nelle prigioni statunitensi e lo scongelamento di circa 6 miliardi di dollari iraniani bloccati in Corea del Sud dopo il ritiro USA dal trattato sul nucleare siglato dal presidente Obama.
Una lunga trattativa, l’accordo Iran-USA
Giunge così al termine la lunga e tormentata trattativa avviata da Washington mesi fa e che aveva un obiettivo molto ambizioso: eliminare dal contenzioso geopolitico globale l’atomica iraniana, minaccia brandita dai neoconservatori USA e da alcuni ambiti politici israeliani per dare inizio a una guerra contro Teheran.
In una nota di metà luglio, nella quale riportavamo l’analisi di Amos Harel pubblicata su Haaretz, si spiegava che era questo l’obiettivo finale dei negoziati intrapresi da Washington e Teheran, da conseguire però nel segreto, senza un accordo formale.
In base a questa intesa riservata, scriveva Harel, “l’Iran si è impegnato a non arricchire l’uranio oltre il 60 percento, cioè a non raggiungere il livello del 90 percento necessario per produrre armi nucleari”. Ed è appunto quel che è avvenuto, come conferma un articolo del Wall Street Journal di ieri.
Un cenno di distensione benvenuto in questi anni difficili, che ha fatto infuriare i neoconservatori USA perché pone criticità al loro sogno di incenerire l’Iran a suon di bombe (all’ira dei neocon è dedicato un articolo di Responsible Statecraft, al quale rimandiamo).
Certo, ciò non pone fine all’antagonismo tra Washington e Teheran, né tra quest’ultima e Tel Aviv, conflittualità che in futuro potrebbe sfociare addirittura in una guerra aperta. Ma se si pensa che da decenni il focus di tale contesa è stata la paventata atomica iraniana si può avere un’idea dell’importanza di quanto accaduto.
Il merito di Obama
Il successo può essere ascrivibile a Obama, che ha patrocinato l’accordo con l’Iran del 2015 e ha lavorato nel segreto per spingere l’attuale intesa grazie all’influenza che esercita nell’amministrazione Biden.
Ma sembra improbabile che possa godere per tale successo date le disgrazie che lo hanno inseguito negli ultimi tempi. Oltre ad essere oggetto di alcune asserite rivelazioni di certo non gradite, alcuni giorni fa ha dovuto piangere l’improvvisa morte di un amico.
il cuoco che l’aveva servito alla Casa Bianca e continuato a servire dopo la fine del suo mandato è affogato mentre faceva paddle boarding in un laghetto (poco più che uno stagno) adiacente alla residenza dell’ex presidente.
Infine, in questi giorni paurosi incendi hanno imperversato nelle sue Hawaii, nelle quali è nato e alle quali è rimasto legato nonostante le distanze. Maui è stata letteralmente incenerita e finora si contano 80 morti.