18 Settembre 2018

L'aereo russo abbattuto e il realismo di Putin

L'aereo russo abbattuto e il realismo di Putin
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L’aereo russo abbattuto ieri sui cieli siriani ha portato l’allerta globale a livelli di rischio. La dinamica è semplice: alcuni jet israeliani, come fanno da tempo, hanno attaccato la Siria, con missili diretti contro obiettivi iraniani.

L’areo russo abbattuto. Dinamiche da guerra

Questa almeno la loro narrazione, ché i siriani dicono altro, ovvero che sono attacchi contro di loro. E le cose, di fatto, coincidono.

Una dinamica che evidenzia le meccaniche occulte di questa strana guerra asimmetrica, dove gli israeliani sono liberi di colpire un Paese sovrano in violazione del diritto internazionale, giustificandosi con superiori necessità difensive, dato che l’Iran è reputata minaccia esistenziale.

Tralasciando considerazioni sul caso, va registrato che ieri l’hanno fatta grossa, facendosi scudo della contraerea nemica con un aereo radar russo, causandone quindi l’abbattimento e le vittime conseguenti.

Scenario da guerra, dunque. Avvenuto perché, secondo una prima ricostruzione di Mosca, gli israeliani avrebbero avvertito i russi solo un minuto prima dell’attacco.

Ciò fa immaginare accordi pregressi che stabilivano una tempistica diversa e tale da consentire ai russi di porre al riparo i propri aerei, lasciando campo aperto alla contesa tra jet israeliani e contraerea siriana.

Intese evidentemente non rispettate. Da qui le vibrate proteste russe.

La folle missione della fregata francese

Putin ha preferito derubricare la vicenda a tragico incidente, gettando così acqua sul fuoco. Come ha fatto d’altronde Netanyahu, che si è rammaricato per la perdita di vite russe.

Ma è più che probabile che qualcosa cambierà nei taciti accordi sottoscritti al tempo tra Tel Aviv e Mosca. È evidente che l’avvertimento previo di un attacco, stabilito ad alti livelli, ha valore relativo sul campo.

Vedremo. Resta da capire il ruolo avuto negli attacchi alla Siria dalla fregata francese Auvergne, che ha lanciato missili in parallelo a quelli israeliani. Come da accuse russe e come riportato dal sito Debka (nota citata sotto).

Un’azione, quest’ultima, del tutto provocatoria e senza alcuna giustificazione, se non quella di supportare l’azione israeliana. Vogliono dichiarare guerra all’Iran?

Follia pura. Ma sembra che i venti di guerra stiano soffiando forte in questi giorni, accendendo gli animi.

L’aereo russo e la guerra dello Yom Kippur

Nel riportare la notizia dell’abbattimento dell’aereo russo, il sito Debka paventava la possibilità di una risposta militare da parte della Russia.

“Tale incidente è avvenuto esattamente 45 anni dopo che l’Unione Sovietica ha dato luce verde agli eserciti dell’Egitto e della Siria per attaccare Israele dando così inizio alla Guerra del Kippur”, concludeva la nota.

Un riferimento invero inquietante e fuori luogo nell’attualità, dato che Putin non ha mai dato segno di un’avversità verso Israele, né tanto meno ha assecondato eventuali spinte in tal senso.

Da segnalare che in questi giorni Netanyahu, ricordando quel conflitto, ha affermato che l’intelligence di Tel Aviv aveva raccolto prove certe sulle intenzioni del nemico.

Le autorità israeliane, ha aggiunto, “commisero un grave errore perché non approvarono un attacco preventivo. Non ripeteremo mai più questo errore”.

Il riferimento è chiaramente all’Iran… La guerra preventiva appartiene all’armamentario dei neocon, dispiegato in maniera disastrosa nel post 11 settembre.

Si credeva che quella stagione fosse finita e il mondo avesse voltato pagina. Evidentemente non è così.

Il realismo di Putin

Purtroppo i segnali di un confronto Iran-Israele si moltiplicano e non si vede all’orizzonte un fattore calmierante di rilievo. Vedremo.

Ma tornando alla stretta attualità, non si può non tirare un sospiro di sollievo dopo lo scambio di battute tra russi e israeliani, che hanno raffreddato un’atmosfera che andava surriscaldandosi in maniera oltremodo perigliosa.

Putin ha dato un’altra lezione di realismo politico. Aveva vinto la pace di Idlib ieri. Ha vinto un’altra volta oggi, evitando un’escalation che avrebbe minato l’accordo con Erdogan su Idlib, stante che il caos conseguente ne avrebbe resi nulli gli effetti.

Il rimescolamento delle carte avrebbe infatti consegnato ai terroristi una possibilità di manovra che l’intesa Erdogan-Putin restringe fin quasi ad eroderla del tutto.

Derubricando l’abbattimento dell’aereo russo a tragico incidente, da regolarsi con aggiustamenti sul campo (che prevedibilmente si faranno), Putin ha salvato il risultato ottenuto ieri. In tal senso si potrebbe dire che ha vinto due volte. A caro, carissimo, prezzo. Usque tandem?