Allarme della comunità ebraica per i neonazisti ucraini
Tempo di lettura: < 1 minute«Israele teme il rafforzamento dell’estrema destra in Ucraina e invia a Kiev un team di emergenza il cui compito è di aiutare le locali comunità ebraiche a valutare i “rischi per la sicurezza” e adottare le necessarie contromisure». Questo l’incipit di un articolo apparso sulla Stampa del 25 febbraio di Maurizio Molinari (E Israele invia un team in soccorso degli ebrei) nel quale rende conto dell’allarme lanciato da Inna Rogatchi «una ricercatrice sull'”Olocausto dei tempi moderni” che ha soggiornato a Kiev negli ultimi due mesi arrivando alla conclusione che “il partito neonazista Svoboda è un incubo per l’Europa” ed è uscito rafforzato dal rovesciamento del presidente filo-russo Viktor Yanukovich». Svoboda «oltre ad avere il 10 per cento dei seggi nel Parlamento ha alle spalle una ventina di formazioni di estrema destra che, nel complesso, arrivano a rappresentare il 20 per cento di una popolazione di 46 milioni di abitanti». Svoboda (e le sue articolazioni) è stato protagonista assoluto della rivoluzione ucraina, al partito nazionalista ucraino fanno riferimento le forze d’assalto che hanno forzato la mano alle opposizioni con le loro azioni militari e hanno messo alle corde le forze di sicurezza locali. Senza Svoboda la rivoluzione ucraina avrebbe avuto sviluppi meno traumatici e probabilmente si sarebbe trovata una mediazione tra governo e opposizioni. Strano destino per una rivoluzione che Stati Uniti ed Europa hanno sostenuto con ogni mezzo in nome della libertà e della democrazia del popolo ucraino.