22 Luglio 2023

L'American Conservative e l'asserita vittoria ucraina

Denys Shmyhal, primo ministro e sostenitore della vittoria ucraina, nella foto con Zelensky
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A proposito dell’asserita vittoria ucraina riportiamo un articolo di Bradley Devlin pubblicato sull’American Conservative con il titolo la “Contro-controffensiva”. Articolo istruttivo perché fotografa la distanza tra la propaganda occidentale e la realtà. Una distanza che serve a evitare che il mondo prenda atto di quanto sta accadendo ed evita quindi di approcciare il conflitto in altro modo. Non armi, ma diplomazia per porre fine a questa follia.

Se questa è vittoria…

“L’Ucraina sta vincendo”, recitava in parte un titolo del 21 giugno di POLITICO. L’autore del pezzo non era altri che Denys Shmyhal, il primo ministro dell’Ucraina. “Più di un anno dopo l’inizio della grande guerra, è ovvio che la Russia non ha raggiunto i suoi obiettivi strategici”, scrive Shmyhal, “il che significa che l’Ucraina sta vincendo”.

Certamente, la Russia in Ucraina ha avuto una vita più dura del previsto, ma quasi un quinto del territorio ucraino è in mano russa; anche quando Shmyhal ha pubblicato questo pezzo, era chiaro che la controffensiva dell’Ucraina stava fallendo. L’unica base su cui Shmyhal può affermare che l’Ucraina sta vincendo la guerra è dichiarando palesemente l’obiettivo della Russia, che secondo lui è “distruggere l’Ucraina” [non è proprio così; fosse vero, la Russia avrebbe bombardato alzo zero le città, come ha fatto l’America in Iraq, Libia e altrove ndr.].

La prospettiva di Shmyhal consente all’Ucraina di proclamare la vittoria fino a quanto rimarrà sulle mappe geografiche, anche quando la risoluzione del conflitto con la Russia probabilmente comporterà la cessione di ampie porzioni del territorio ucraino e l’abbandono di qualsiasi ambizione in ambito NATO o UE. Intelligente, ma non abbastanza intelligente, soprattutto alla luce degli eventi del mese successivo.

Nell’ultima settimana, l’Ucraina ha deciso di sospendere la sua controffensiva e di adeguare la sua tattica. L’avanzata ucraina, se così si può chiamare, è avvenuta a prezzo di pesanti perdite in termini di uomini e attrezzature, ed è stata ben al di sotto delle aspettative.

Foto, orami celebre, di mezzi NATO (Leopard e Bradley) distrutti dai russi

Foto, oramai divenuta celebre, di mezzi NATO (Leopard e Bradley) distrutti dai russi

Secondo quanto riferito, funzionari americani ed europei hanno riferito al New York Times che, nelle prime due settimane della controffensiva, un quarto delle armi dell’Ucraina è stato danneggiato o distrutto. Nelle settimane successive, il tasso di perdita di armi si è aggirato intorno al 10%.

La stessa Ucraina ha esitato a parlare delle perdite subite nella controffensiva; non è affatto una sorpresa, visto come hanno trattato la pubblicazione dei numeri delle vittime [non si sanno ndr]. Il presidente Volodymyr Zelensky, tuttavia, ha riconosciuto la pausa nella controffensiva.

Sebbene Zelensky non abbia detto nulla di concreto sulla perdita di armi, ha attribuito la pausa all’insufficienza di attrezzature e munizioni (dove sono finite tutte quelle inviate?), implorando l’Occidente di accelerare gli aiuti.

L’amministrazione Biden ha risposto alla chiamata. Solo questa settimana, gli Stati Uniti hanno annunciato ulteriori 2,3 miliardi di dollari in aiuti all’Ucraina, di cui 1,3 miliardi destinati ad attrezzature militari e munizioni. Come parte di questo pacchetto, il Pentagono consegnerà altri quattro sistemi missilistici di difesa aerea, munizioni obice, droni d’attacco e attrezzature per lo sminamento.

Se questo è vincere, che aspetto ha la sconfitta?

 

N-B. Nella foto di apertura Denys Shmyhal, primo ministro autore dell’articolo di Politico citato, ritratto insieme a Zelensky