Amos Oz e la necessità di uno Stato palestinese
Tempo di lettura: 2 minutiRiportiamo l’inizio di un ponderato intervento di Amos Oz pubblicato sul Corriere della Sera del 4 marzo: «Iniziamo dalla cosa più importante, una questione di vita o di morte. Se non ci saranno due Stati, ce ne sarà solo uno. Se ce ne sarà uno solo, sarà arabo. Se sarà arabo, chissà quale sarà il futuro dei nostri figli e dei loro figli. Uno Stato arabo, quindi, dal mare al fiume. Non uno Stato binazionale, poiché gli Stati bi e multinazionali (tranne l’eccezione svizzera) non hanno un futuro promettente: difatti tendono a frantumarsi o a dissanguarsi fino all’annientamento. E, difatti, immaginare che palestinesi e israeliani, che si sono inflitti finora reciprocamente tante e tali sofferenze, siano disposti all’improvviso a voltar pagina e ad accogliere una pacifica convivenza, appare a dir poco una chimera»
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«Dopo un’eventuale separazione, in un futuro lontano, potrebbero anche adottare una qualche forma di cooperazione, ma non prima che i palestinesi abbiano avuto modo di sperimentare la libertà e la dignità che – come ben sappiamo – scaturiscono dall’indipendenza. Pertanto, esclusa la realtà dei due Stati, e relegato al dominio della fantasia l’ipotesi del binazionalismo, ecco che avanza minacciosa la prospettiva di un unico Stato arabo in grado di cancellare il nostro sogno sionista. Nel tentativo di arginare una visione così funesta, questa terra – dal fiume Giordano al mar Mediterraneo – potrebbe essere governata da una dittatura di fondamentalisti ebraici, caratterizzata dal fanatismo razziale e capace di imporre la sua volontà sia alla maggioranza araba che all’opposizione ebraica».
Una dittatura che però alla lunga «non durerà» e, dopo «bagni di sangue interni» e le strette del «boicottaggio internazionale», vedrà l’«inevitabile» nascita di uno «Stato arabo dal fiume Giordano al mar Mediterraneo».
Da qui la necessità di riannodare le fila del dialogo con i palestinesi per la creazione di uno Stato arabo-palestinese accanto a quello israeliano, anche perché «da un centinaio di anni a questa parte, non c’è stato un momento più favorevole» per la conclusione del conflitto che oppone i due popoli.
Nota a margine. L’accorato appello di Amos Oz apparso sul Corriere è anzitutto alla ragionevolezza: in sintesi senza uno Stato Palestinese Israele non può sopravvivere…