19 Ottobre 2023

L'arrivo dei ATACMS in Ucraina e la guerra di Gaza

Ancora escalation nel confronto USA-Russia. Coincidenza: Missili a Gaza e in Ucraina. Le portaerei USA e la valigetta nucleare di Putin
Gli ATACMS in Ucraina hanno alzato il livello delle minacce
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Nel conflitto ucraino sono apparsi i missili ATACMS, a lungo negati all’Ucraina dagli Stati Uniti. E sono stati usati per colpire due aeroporti del Donbass controllato dai russi, infliggendo danni significativi, forse l’attacco più efficace portato da Kiev contro Mosca finora (nove elicotteri, recita la Reuters, tante vittime russe e altro).

L’invio ATACMS è stato oggetto di lunga controversia, con l’amministrazione Biden che si opponeva a questa ulteriore escalation paventando la reazione russa. Ma alla fine, come avvenuto sempre in questo conflitto, l’escalation è stata portata a compimento, peraltro senza alcun annuncio ufficiale. A differenza delle escalation precedenti, infatti, stavolta tutto si è consumato nel più oscuro segreto.

Mosca aveva più volte affermato che l’invio di tali missili avrebbe innescato reazioni, che prima o poi arriveranno, com’è sempre avvenuto nel corso della guerra. Detto questo, come avvenne per le V2 della Germania nazista, non porteranno l’Ucraina alla vittoria, ora più lontana che mai.

Gli ATACMS e la guerra di Gaza

Di interesse notare la coincidenza temporale: i missili a lungo raggio sono arrivati in Ucraina in costanza dell’inizio delle operazioni militari israeliane contro Gaza.

In tal senso, i missili hanno scopi limitati al teatro di guerra ucraino, ma rispondono anche a una strategia a più ampio raggio. La fornitura vuole essere un segnale che la guerra ucraina non è finita, che sebbene gli USA dovranno impegnarsi in Medio oriente considerano il conflitto ucraino ancora aperto.

Inoltre, impelagare la Russia nel teatro di guerra ucraino rende più arduo il suo impegno in Medio oriente, nel quale sta cercando di trovare una via di uscita al conflitto con mezzi diplomatici, allacciando più stretti rapporti con i Paesi arabi. Ciò irrita non poco gli USA, che spingono per espellere Mosca dalla regione, o quanto meno per limitarne il raggio di azione.

Ma soprattutto, l’arrivo degli ATACMS, date le loro potenzialità (gli USA, infatti, potrebbero fornire modelli più avanzati degli attuali), vorrebbe scoraggiare un eventuale impegno russo a favore degli altri attori che potrebbero scendere in campo nel conflitto mediorientale, in particolare Hezbollah, Siria e Iran, a deterrenza dei quali gli Stati Uniti hanno schierato una flotta al largo delle coste libanesi.

Tale flotta, dettaglia Military Watch, si compone di “due portaerei a propulsione nucleare […] una portaerei d’assalto e una forza di risposta rapida dei marines, jet d’attacco A-10, caccia d’attacco F-15E, bombardieri B-1B e altre risorse”. 

“L’espansione della presenza militare statunitense in Medio Oriente – prosegue Military Watch – rappresenta una potenziale minaccia per le forze e gli interessi russi nella regione e coincide con i sempre più forti avvertimenti sul fatto che le milizie jihadiste che operano con la protezione e il sostegno della Turchia – alleata di Washington nella NATO – stiano pianificando offensive contro obiettivi russi in Medio Oriente e Siria”.

“Con la prospettiva che gli Stati Uniti intervengano contro la Siria, Hezbollah e forse l’Iran, qualora le tensioni tra questi e Israele dovessero degenerare in ostilità su larga scala, l’impegno della Russia nel prevenire il rovesciamento dello Stato siriano e la distruzione delle sue basi militari situate in Siria potrebbe portare a un suo coinvolgimento”.

Missili ipersonici puntati contro la Us Navy

Non è una ipotesi aleatoria. Ancora Military Watch: “Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il 18 ottobre di aver ordinato ai caccia d’attacco MiG-31K/I armati con missili balistici ipersonici Kinzhal Kh-47M2 di effettuare pattugliamenti regolari sullo spazio aereo neutrale nel Mar Nero”.

“’I nostri aerei MiG-31 sono armati con sistemi missilistici Kinzhal. È noto che hanno un’autonomia di oltre 1.000 km e una velocità di Mach-9′, ha affermato, sottolineando che il dispiegamento è una reazione alla crescente instabilità del Medio Oriente. In particolare, è stato considerato un fattore importante il dispiegamento della Marina americana” al largo delle coste libanesi.

Più la crisi di Gaza si prolunga, più qualche Stranamore di Washington o di Londra sarà tentato di fare il colpo grosso per far cadere Assad, portando a termine il sanguinario regime-change avviato nel 2011 con l’ausilio di terroristi di al Qaeda, ora incistati nell’enclave di Idlib. O altro e più nefasto.

Putin ha lanciato un avvertimento. L’arrivo degli ATACMS in Ucraina e la minaccia ai suoi alleati mediorientali è stata presa in seria considerazione dallo zar, tanto che, arrivando in Cina per incontrare ancora una volta il leader cinese Xi Jinping al Forum sulla Via della Seta, si è fatto immortalare mentre veniva accompagnato da ufficiali che portavano le valigette “nucleari”, preposte a ordinare un attacco atomico.

Non è una sciarada, è ovvio che i missili ipersonici dei jet russi sono potenzialmente puntati sulle portaerei americane e potrebbero intervenire nel caso di azioni che Mosca ritenesse sconsiderate. E le valigette nucleari segnalano che Putin è pronto a rispondere a un’eventuale reazione non convenzionale contro il suo Paese.

Urge che in America prevalgano le menti più lucide, quelle che in questi anni sono state emarginate dagli isterici sostenitori delle guerre infinite, che con il loro diuturno agonismo globale hanno portato il mondo sull’orlo dell’abisso.