5 Ottobre 2024

Biden accenna a un possibile incontro con Putin

Stoltemberg, appena finito l'incarico alla Nato, apre ad una soluzione negoziale per l'Ucraina.
Biden accenna a un possibile incontro con Putin
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Difficile dire quale delle due notizie lanciate nel titolo e sottotitolo sia la più importante. Di certo, c’è un collegamento, dato anche che arrivano nello stesso giorno. Iniziamo dalla prima, non ripresa da quasi nessun media mainstream.

In una conferenza stampa tenuta alla Casa Bianca, rispondendo a un domanda del giornalista della Tass su un possibile incontro con Putin ai prossimi vertici del G20 o della Cooperazione economica Asia-Pacifico, Biden non ha escluso la possibilità, aggiungendo, però: “Dubito che si presenterà”. Aggiunta d’obbligo per non suscitare polveroni interni.

Un cenno al quale il Cremlino ha risposto subito, con il suo portavoce Dmitry Peskov che ha ribadito la disponibilità di Putin a un simile incontro, anche se ha aggiunto che non si sta preparando nulla in tal senso (ovviamente, certe cose non si fanno in un giorno). Certo l’apertura può concretizzarsi o meno, ma resta che il tono è mutato e stride, e molto, con certe asprezze pregresse.

Il modello Finlandia

Lo denota anche la parallela intervista dell’ex Segretario della Nato Jens Stoltenberg, il quale, appena abbandonata la carica, e quindi più libero anche dalle parole d’ordine, in un’intervista al Financial Times ha aperto a una possibile soluzione della guerra ucraina che preveda di lasciare ai russi il controllo di una parte del Paese in una soluzione di compromesso.

Se ne parlerà “dopo le elezioni” Usa, ha detto Stoltenberg, quando “ci sarà una sorta di nuovo slancio, una nuova iniziativa per cercare di smuovere la situazione. Ma non credo che ciò significherà gettare la spugna e arrendersi. Può, quindi, voler dire di cercare di cambiare qualcosa nel teatro di guerra e, insieme, qualcosa sul piano delle trattative”.

Former Nato chief Jens Stoltenberg: ‘So far, we have called Putin’s bluff’

“L’Ucraina deve ancora decidere [quando negoziare]. Ma dobbiamo creare le condizioni che rendano possibile per loro sedersi al tavolo con i russi e ottenere qualcosa di accettabile… qualcosa che gli permetta di sopravvivere come nazione indipendente”.

All’intervistatore che gli chiedeva come potrebbe concretizzarsi una soluzione alla crisi, ha risposto: “La Finlandia ha combattuto una guerra coraggiosa contro l’Unione Sovietica nel ’39. Hanno imposto costi molto più alti all’Armata Rossa di quanto previsto. La guerra si concluse con la rinuncia del 10% del loro territorio. Ma in compenso hanno ottenuto un confine sicuro”.

Kiev nella Nato

C’è, però, il nodo della Nato: la Finlandia accettò di fatto la neutralità, mentre Kiev vuole entrare nella Nato, fattore ostativo per la Russia. Peraltro, in caso di adesione c’è l’ostacolo dell’articolo 5 della Nato sulla mutua difesa, dal momento che lo status di guerra impegnerebbe i Paesi membri a entrare in guerra con la Russia.

“Ci sono modi per risolvere questo problema”, ha risposto Stoltenberg. “Se c’è una linea che non è necessariamente il confine riconosciuto a livello internazionale”.  “Di nuovo, è sempre molto pericoloso fare paragoni perché nessun parallelo è corretto al 100%, va ricordato che gli Stati Uniti hanno dato garanzie di sicurezza al Giappone, ma queste non coprono le [Isole] Curili, che il Giappone considera territorio giapponese controllato dalla Russia”.

Stoltenberg ha aggiunto un altro paragone, il modello tedesco: “La Germania Ovest considerava la Germania Est come parte della grande Germania, tanto che non avevano un’ambasciata a Berlino Est. Ma la Nato proteggeva ovviamente solo la Germania Ovest”.

“Quando c’è la volontà, ci sono modi per trovare una soluzione. Ma serve una linea che definisca dove viene invocato l’articolo 5, e l’Ucraina deve poter controllare tutto il territorio fino a quel confine”.

La crisi ucraina e la variabile impazzita del Medio oriente

Il modello tedesco, a quanto pare, è al centro delle trattative che si stanno intrecciando sottobanco, come abbiamo accennato in un’altra nota. Per arrivare alla pace, o se si vuole a un cessate il fuoco duraturo e sostenibile, serve far svaporare tanto aggressivo idealismo che ha alimentato la guerra con narrazioni incendiarie che hanno dipinto la Russia come una nuova Germania nazista e Putin come un redivivo Hitler, con l’Ucraina come prima linea di difesa della libertà d’Occidente chiamata a vincere a tutti i costi per evitare che l’ombra di Mosca ricoprisse l’intera Europa e facesse collassare l’Occidente tutto. L’apertura di Biden, sebbene accennata, serve soprattutto a questo.

Non si tratta più di spiragli verso una possibile soluzione, ma di vere e proprie trattative a distanza, che nascondono un dialogo sottotraccia tra i vari attori di questa crisi geopolitica. Resta da vedere come inciderà su tale dialogo l’incendio mediorientale. Variabile impazzita, può giocare in un senso o in un altro, o anche far saltare tutto. Letteralmente.