Blinken: risoluzione Usa all'Onu per un cessate il fuoco immediato
Riportiamo da Axios: “Il segretario di Stato Antony Blinken ha detto mercoledì che gli Stati Uniti hanno presentato un progetto di risoluzione al Consiglio di sicurezza dell’ONU che chiede ‘un cessate il fuoco immediato’ a Gaza, ‘legato alla liberazione’ degli ostaggi detenuti da Hamas”.
Blinken: ci stiamo avvicinando ad un cessate il fuoco
“Perché è importante: sia Israele che Hamas stanno subendo pressioni per raggiungere un accordo per liberare gli ostaggi e avviare una tregua a Gaza, dove sono stati uccisi oltre 30.000 palestinesi [il conteggio è salito a 32.mila ndr], secondo Barak Ravid di Axios, il quale ha affermato che questa settimana sono in corso i primi negoziati dettagliati dopo mesi [di trattative più generiche ndr].
“Blinken, in un’intervista con Al-Hadath a Jeddah, in Arabia Saudita, ha dichiarato che ‘si sta avvicinando’ un accordo e che ‘si stanno colmando le lacune’, secondo una trascrizione resa pubblica mercoledì dal Dipartimento di Stato. ‘Penso che un accordo sia certamente possibile’, ha aggiunto”.
Da parte sua Hamas, per bocca di Ismail Hanyeh, ha affermato che l’attacco avvenuto ieri all’ospedale al Shifa mirava a far saltare il negoziato. Al momento dell’intrusione dell’esercito israeliano, la struttura sanitaria ospitava 7mila pazienti.
L’esercito israeliano ha affermato che “300 sospetti sono stati interrogati nel complesso e più di 160 detenuti sono stati portati in Israele per ulteriori indagini”’. Altri ancora, 90 secondo l’IDF, sono stati uccisi. Ma Hamas ha affermato che il raid ha preso di mira “pazienti feriti e sfollati”. Dato il pregresso, è davvero arduo dar credito ai bollettini israeliani.
Schumer e la maggioranza silenziosa degli ebrei americani
Resta che per la prima volta dall’inizio della guerra gli Stati Uniti intendono chiedere il “cessate il fuoco” e, a quanto pare, anche “immediato”. Evidentemente le cose stanno cambiando, come dimostra l’articolo di due rabbini americani che, su Haaretz, hanno messo in fila i tanti interventi di esponenti politici del partito democratico in cui si chiedeva a Biden di porre un freno o fine, a seconda delle modulazioni, alla mattanza di Gaza. Una simile richiesta è stata avanzata da 67 ex funzionari della Sicurezza nazionale e diplomatici attraverso una missiva inviata al presidente.
Ma tornando all’articolo di Haaretz, il passaggio più importante è quello in cui riportava un passaggio delle dichiarazioni di Chuck Schumer, il leader dei democratici al Senato e falco della prima ora pro-israele, nelle quali, nel criticare Netanyahu chiedendogli di indire elezioni, affermava di parlare a nome della “maggioranza silenziosa” degli ebrei americani.
Qualcosa si muove, anche se Netanyahu apparentemente tira dritto, avendo affermato che l’attacco a Rafah si farà, anche se non subito (si è dato tempo per trovare una via di uscita) e i leader dei due partiti dell’ultradestra al governo, Ben-Gvir e Smotrich hanno dichiarato che se ci sarà un accordo sugli ostaggi abbandoneranno la nave.
Un braccio di ferro tra Washington e Tel Aviv come non si è mai visto dall’inizio dell’invasione di Gaza e che sta suscitando reazioni in Israele. Netanyahu è un mago della politica ed è spesso riuscito a tirar fuori dal cilindro soluzioni inaspettate. Ma stavolta la sua magia potrebbe non bastare.
Intanto, due giorni fa Yair Lapid, leader di Yesh Atid, partito centrista all’opposizione, ha chiesto che la Knesset voti la fiducia al governo, nella speranza che non ottenga la maggioranza, e si è detto disposto a qualunque concessione pur di liberare gli ostaggi. Manovre politiche di piccolo cabotaggio, ma che hanno un peso più o meno decisivo sul massacro in corso, a Gaza come in Cisgiordania, dove oggi si è registrato un attacco aereo che ha causato 6 vittime.