14 Marzo 2019

Boeing 737 Ethiopian airlines: quelle oscillazioni di 15 secondi

Ethiopian airlines: quelle oscillazioni di 15 secondi che accusano la Boeing
Tempo di lettura: 2 minuti

Una strana somiglianza accomuna il recentissimo schianto del Boeing 737 Max della Ethiopian Airlines avvenuto ad Addis Abeba, e l’incidente, sempre di un 737 Max, della Lion Airlines, verificatosi a ottobre in Indonesia.

Un report del New York Times cerca di chiarire le cause e trovare uno schema che accomuni entrambe le tragedie.

Esperti statunitensi e canadesi hanno di recente messo in luce dati relativi ai due incidenti, accaduti secondo dinamiche simili, mettendo così in dubbio la reale sicurezza di questi aerei.

Malfunzionamento del sistema automatico

Il NYT riporta le dichiarazioni di Marc Garneau, ministro dei Trasporti canadese, secondo il quale le registrazioni hanno indicato delle “variazioni verticali” nel volo della Ethiopian molto simili a quelle già documentate nello schianto del Lion Airlines.

Pur non essendo stati resi pubblici i dati dell’ultimo incidente e, di conseguenza, non essendo stato individuato ciò che l’ha causato, alcuni esperti di aviazione, riporta il NYT, dicono che in base ai documenti disponibili probabile causa di incidente in entrambi i voli è stato il sistema automatico installato da poco, noto come Mcas, la cui funzione è quella di impedire lo stallo dell’aereo.

Periodicità delle variazioni di quota

Sembrerebbe, infatti, che un malfunzionamento dei sensori di questo sistema automatico abbia causato in entrambi i casi l’abbassamento improvviso di quota dell’aereo, che i piloti hanno provato a contrastare prendendo il controllo manuale.

In entrambi i voli, come evidenziano i dati resi pubblici dal NYT, si ripropone, di tanto in tanto, un abbassamento di quota della durata di 10-15 secondi, fino all’inevitabile schianto.

“L’oscillazione di circa 15 – 20 secondi è un segnale rivelatore che suggerisce il coinvolgimento del sistema Mcas” ha detto R. John Hansman Jr., professore di aeronautica e astronautica presso il Massachusetts Institute of Technology.

Infatti, spiega Hansman al NYT, aerei come il 737 oscillano di quota naturalmente, ad esempio per una semplice turbolenza, ma quelle oscillazioni particolari, così regolari, segnalerebbero il guasto di quel sistema specifico che deve, o dovrebbe, impedire lo stallo dell’aereo e la conseguente perdita di quota.

“Dai dati disponibili ci sono delle somiglianze tra il caso Lion Air e quest’ultimo per quanto riguarda la periodicità di 15 secondi di quelle oscillazioni”.

Cioè di tanto in tanto l’aereo andava in stallo, e quindi giù, per 15 secondi. Ovviamente, conclude l’esperto, si saprà di più quando saranno disponibili i dati della scatola nera. Una prudenza d’obbligo in assenza di dati più certi.

Conseguenze di un mancato controllo

Don Thoma, amministratore delegato di Aireon, la società che ha fornito i dati riguardanti gli incidenti, ha dichiarato che tali dati “hanno mostrato con certezza che c’era qualcosa di sbagliato nell’aereo, qualcosa a cui dovrebbero dare un’occhiata”.

A quanto pare, questa occhiata, dopo il primo schianto, non è stata data. Così, in poco più di 5 mesi, questi velivoli sui quali stanno sorgendo tante domande e ora bannati dai cieli da tutte le nazioni del mondo, hanno causato più di 300 morti. In attesa di risposte, restano le perplessità per l’inerzia pregressa.

Matteo Guenci – DM