Bucha: il video del Nyt e le domande
Tempo di lettura: 3 minutiSu Bucha arriva il video che confermerebbe l’avvenuta strage. Lo pubblica il New York Times di oggi. Sono immagini satellitari relative all’11 marzo scorso che mostrerebbero i corpi dei cadaveri in strada, nella stessa posizione in cui li avrebbero poi ritrovati i liberatori, confermando la veridicità della loro versione.
Anche questa conferma, però, fa sorgere alcune domande. Il Nyt spiega di aver avuto il filmato da un network di aziende che stanno monitorando l’Ucraina che, si può affermare con certezza, lavorano in stretta collaborazione col Pentagono, né potrebbe essere altrimenti (si può osservare tale collaborazione, ad esempio, in questo articolo dell’Abc).
La cosa bizzarra è che il Pentagono, che certo monitora con attenzione le immagini provenienti dall’Ucraina, il giorno precedente alla scoperta dell’orrore aveva dichiarato che “L’esercito americano non è in grado di confermare in modo indipendente i resoconti ucraini delle atrocità commesse dalle forze russe contro i civili nella città di Bucha“.
E dal momento che il filmato è dell’11 marzo, vuol dire che ce ne sono tanti altri, perché i satelliti americani avranno sicuramente continuato a monitorare l’Ucraina – soprattutto l’area di Kiev (Bucha è un sobborgo della capitale) e, in particolare, le aree controllate dai russi – anche nei giorni seguenti: nessuno si è mai preso la briga di visionare i filmati e denunciare quei morti abbandonati per strada?
Ed è possibile che, avendo visto le immagini dell’orrore fin dall’11 marzo, il Pentagono abbia tenuto segreta la cosa, non denunciando subito quanto si stava consumando? Eppure, non lesinano nelle accuse contro il nemico geopolitico. E perché il giorno prima avevano detto di non poter confermare?
Infine, una notula da un articolo del New York Times di sabato, il giorno precedente la denuncia delle atrocità russe: “soldati ucraini del battaglione Azov hanno camminato attraverso i resti di un convoglio militare russo nella città di Bucha , recentemente liberata”.
Si scopre così che nel sobborgo è arrivato per primo il famigerato battaglione neonazista, che quindi non si limita a presidiare Mariupol, come spiegano tanti media per minimizzare la rilevanza di tale armata.
Ma al di là, resta la grande domanda: abbiamo visto le foto dell’orrore, visionandole una per una: i corpi non mostrano i segni di una evidente corruzione, come dovrebbe essere per dei cadaveri lasciati all’aria aperta e alle intemperie per diversi giorni (nei quali avrà pure piovuto), oltre 20 se vero quanto riporta il Nyt sulle riprese dei satelliti… dovrebbero presentare segni evidenti di decomposizione, ma non ci sono.
Infine, la Pravda.com, giornale ucraino, sabato 2 aprile dava notizia che “le forze speciali della polizia nazionale hanno avviato un’operazione per ripulire il territorio della città di Bucha vicino a Kiev”.
“[…] Le forze dell’ordine controllano ogni cortile e rifugio, comunicano con le persone e forniscono assistenza ai residenti locali”.
E, a margine dell’articolo, si legge questo: “Dettagli: Le fotografie mostrano che i residenti locali camminano per le strade della città, nonostante l’operazione speciale della polizia. Una delle foto mostra un residente che abbraccia un difensore ucraino”.
Nulla si dice dell’eccidio né, nel filmato che accompagna l’articolo, si vedono cadaveri distesi in strada, nonostante il fatto che, se ci fossero stati, sarebbero ovviamente la prime cosa da mostrare.
Possibile che nell’opera di “pulizia” sia stato giustiziato – magari successivamente dall’Azov – qualche civile considerato traditore per una qualche connivenza con gli occupanti? Ciò spiegherebbe i morti, che sarebbero dunque più recenti e non presenterebbero segni di decomposizione.
Insomma, tante cose interpellano. Ma siamo solo all’inizio di un crinale. Arriveranno altri orrori e altre controversie si innescheranno in questa guerra tanto terribilmente reale quanto terribilmente virtuale (mediatica). Quel che è certo è che, dopo Bucha, sarà più arduo condurre negoziati. I massimalisti che premono per una guerra senza fine tra russi e ucraini, cioè una macelleria a oltranza, sembrano aver vinto.
Così l’unica risoluzione che si può prospettare al momento per questa guerra è quella in stile Corea. I russi, cioè, prendono l’Oriente dell’Ucraina (Mariupol è quasi caduta ormai) e, dopo una guerra di attrito più o meno lunga, si va all’armistizio. Vedremo.