28 Gennaio 2015

Charlie Hebdo e il suicidio di un investigatore

Charlie Hebdo e il suicidio di un investigatore
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Un giallo nel giallo. Helric Feidu, vice-commissario di polizia del distretto di Limoges, incaricato di indagare sulla strage di Charlie Hebdo si è suicidato. È accaduto all’una di mattina dell’8, il giorno successivo al massacro. Il poliziotto doveva stendere un rapporto, il cui contenuto è ignoto, ma prima di redigerlo, dopo aver detto ai suoi colleghi di dover fare una telefonata importante, si è tolto la vita.

 

Il sito Comedonchichiotte riporta un’intervista alla sorella pubblicata su un giornale locale: «Quella notte mio fratello, che era sempre di guardia è stato convocato ed è andato in ufficio intorno alle 23.30. La serata è stata molto tesa secondo i suoi colleghi c’era anche la polizia di Parigi.  Mio fratello doveva aver scritto un rapporto, poi c’erano state tensioni non so perché. Ha detto che doveva fare una telefonata urgente e, quando dopo un po’ non era ancora tornato, hanno mandato un collega a cercarlo… e lo hanno trovato morto!».

E ancora:«Appena ho sentito la notizia, ho pensato che fosse impossibile, qualcuno doveva averlo ucciso, ma non eravamo in un film! […] Non ha lasciato nessun biglietto e non si era nemmeno tolto il distintivo della polizia».

 

Secondo la sorella, Feidu «era una persona estremamente calma, una persona molto circospetta secondo i suoi colleghi».

È la polizia di Parigi a recarsi dalla sorella per comunicarle il decesso, causato dalla depressione (patologia negata dalla sorella), che racconta così quella visita: «La polizia ha prelevato da casa nostra il suo computer portatile e il cellulare. Siamo rimasti scioccati, ma ci hanno detto che quella era la procedura».

A riportare la notizia solo i media locali e una televisione indiana.