10 Settembre 2012

Chi canta bene prega due volte

di Paola Di Sabatino
Chi canta bene prega due volte
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Guido d’Arezzo

«Io pertanto, ispirato dalla carità di Dio, non solo a te, ma anche a quanti altri mi fu possibile, con somma premura e sollecitudine ho offerto il dono che Dio diede a me indegnissimo: cosicché i posteri, imparando con la massima facilità quei canti ecclesiastici, che io e tutti i miei predecessori apprendemmo con grandissima fatica, impetrino la salvezza eterna per me, per te e per gli altri che ci hanno aiutato, e ci sia concessa, per misericordia di Dio, la remissione dei peccati, o almeno una modesta preghiera in ringraziamento di così grandi cose». Così Guido d’Arezzo (o “Monaco” che dir si voglia), in una lettera al confratello Michele dell’abbazia di Pomposa …

 

 

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