Ci saranno santi tra i bambini
Tempo di lettura: 3 minutiTanti conoscono la storia di Carlo Acutis, che la Chiesa ha dichiarato beato in tempi strettissimi, a causa del dilagare della sua fama di santità e per i tanti miracoli (parola ormai in disuso) avvenuti ricorrendo alla sua intercessione.
Ma forse a colpire tanto, di Carlo, è stata la sua normalità, dal momento che era un ragazzo come altri, con gli interessi di tanti suoi coetanei; una normalità rischiarata dal suo rapporto privilegiato col Signore che brillava nelle cosa che faceva, come tanti dei suoi innumerevoli amici e conoscenti hanno raccontato. E nutrita grazie agli usuali attrezzi del mestiere che la Chiesa offre a tutti i suoi fedeli: messa, preghiera, sacramenti.
Pochi, però, sanno che negli ultimi anni altri ragazzi e altri bambini, in Italia, hanno goduto di un analogo privilegio. Storie poco note anche nella cristianità, così estenuata e confusa da non accorgersi di quanto fa il Signore, che sceglie alcuni per comunicare i suoi tesori ai tanti.
Così quasi nessuno conosce la meravigliosa storia di Manuel Foderà, bimbo di Calatafimi che, colpito da un tumore maligno, stupiva quanti a lui si accostavano, sempre più numerosi. Non solo per come viveva la malattia, ma per l’impossibile fede che traspariva dalle sue parole e dalla sua persona, che egli attingeva dai sacramenti, in particolare l’eucaristia, da lui definita “una bomba di grazia”.
E pochi davvero conoscono la storia di Sara Mariucci, scomparsa a soli tre anni e mezzo, che poco prima della morte aveva rivelato alla madre il suo rapporto con la sua seconda madre, la mamma Morena, che i genitori scopriranno solo dopo, e per tanti e convergenti segni, essere la Madonna, che in Bolivia si venera appunto come mamma Morena (cosa che certo non poteva sapere la piccola, né sapevano i genitori). Una bimba che nulla ha fatto di straordinario nella sua breve vita se non dimostrare quanto sia gratuita la grazia del Signore.
Ma forse la storia più ignota è quella dei tre fratellini di Gravina, tutti e tre affetti da una malattia che doveva portarli alla morte in pochi mesi, ma che invece, per una singolarità ardua da spiegare in termini medici, è giunta dopo anni. Rosaria, Giastin e Cosimo, questi i nomi dei tre fratellini le cui vite hanno brillato di una fede e di una letizia singolare, tanto da attirare nella loro casetta di San Marco in Lamis frotte di amici e conoscenti, attratti da quanto vi accadeva.
Il libro di Pina Baglioni, “Ci saranno santi tra i bambini” (edizione Paoline, 11 euro) – che nel titolo riprende parole di Pio XI, che oggi appaiono profetiche – racconta queste storie. Per cenni, perché vuol essere una lettura leggera, come leggera, pur nella tribolazione, è stata la vita di questi fanciulli.
E perché, oltre a far conoscere queste vite intessute di impossibile felicità, intende dar conto dell’improvviso fiorire di una santità bambina registrato in Italia negli ultimi anni.
Non grandi santi, come l’Italia ha conosciuto nel passato, ma piccoli, nelle cui vite ha brillato più evidente la grazia del Signore. E sembra quasi che con questa messe di santità bambina Dio abbia voluto ricordare alla cristianità contemporanea, troppo spesso incline a puntare tutto sull’impegno umano, come la grazia di Dio sia “libera, bastevole, per noi necessaria”, per riprendere le parole di Paolo VI che la rivista 30Giorni, dove Pina Baglioni ha lavorato per anni, ha scelto per una preziosa pubblicazione.