Cina-India: l'accordo tra i due giganti asiatici
Tempo di lettura: 2 minuti«La prima visita da capo del governo cinese Li Keqiang l’ha concessa all’India. “Si incontrano il dragone e l’Elefante”, hanno scritto i media di Pechino, un colorato anticipo dei toni pacificatori con i quali si sono espressi dopo i loro colloqui riservati lo stesso Keqiang e il premier indiano Manmohan Singh a New Delhi. Nella conferenza stampa congiunta i due leader hanno assicurato ieri che lavoreranno insieme per la stabilità della regione e per la crescita economica delle due più popolose nazioni del mondo». Così Raimondo Bultrini sulla Repubblica del 21 maggio nell’articolo Cina e India, patto per “il bene del mondo”. Durante la conferenza stampa, prosegue l’articolo, il premier indiano ha affermato che, nonostante tensioni recenti, tra i due Stati vi sono «ben più interessi comuni che differenze», mentre, il premier cinese ha spiegato che «“senza uno sviluppo comune di Cina e India l’Asia non diventerà più forte e il mondo non diventerà un posto migliore”». «Dalle indiscrezioni sul bilaterale – conclude l’articolo – presentato come una svolta “irreversibile” nelle relazioni tra i due giganti asiatici anche verso il resto del mondo, Stati Uniti in testa, sembra che non sia stato tralasciato nessuno dei punti caldi: il supporto di Pechino al nemico Pakistan, l’influenza cinese nel Myanmar e nel Sud Est asiatico, e il diritto di New Delhi di ospitare il Dalai Lama».
L’incontro tra i due giganti asiatici non è passato inosservato negli Stati Uniti. L’amministrazione Usa cercherà in qualche modo di non restare esclusa dal gioco asiatico, tentando di rinforzare i suoi rapporti sia con l’India che con gli altri Stati dell’Indocina, in particolare il Myanmar, nel quale ha esteso la sua influenza dopo la rivoluzione Zafferano che ha avviato un processo di democratizzazione del Paese.