Cina, Russia e Usa uniti per la pace in Afghanistan
Tempo di lettura: 3 minutiRussia, Cina e Stati Uniti uniscono i loro sforzi per far pressioni sui talebani perché intraprendano un serio dialogo con il governo di Kabul. A darne notizia è la Reuters, la quale informa che il rappresentante speciale Usa per l’Afghanistan Zalmay Khalilzad si recherà a Mosca per coordinarsi con russi e cinesi per portare avanti il negoziato.
Non capita tutti i giorni che le tre grandi potenze mondiali si coordinino per avviare un processo geopolitico, da cui anche l’importanza della notizia.
Lo sviluppo avviene dopo lo stop al processo negoziale avviato dagli Stati Uniti in Qatar, dove i rappresentanti dei talebani hanno rifiutato di incontrarsi con delegati del governo convocati in loco dagli americani.
Finora i colloqui tra talebani e americani si sono svolti in parallelo ad analoghi colloqui tra talebani e russi e talebani e cinesi.
Ora sembra che Washington si sia decisa, almeno momentaneamente, a confrontarsi con Mosca e Pechino, che poi è l’unico modo per portare a compimento un processo di pace che l’intreccio di tavoli negoziali rendeva impossibile, stante che ciò che faceva una parte veniva disfatto dall’altra.
Questo passo sembra il primo frutto dell’incontro moscovita tra Fiona Hill e Yury Ushakov, consiglieri speciali di Trump e Putin, tenutosi nei giorni scorsi a Mosca (Piccolenote).
Peraltro oggi è arrivato in Russia Kim Jong-un, in una visita volta a rilanciare le prospettive, oggi quasi defunte, di un processo di pace tra America e Corea del Nord.
Ne diamo notizia come di un altro processo geopolitico che vede una felice convergenza tra Mosca e Washington.
Passi che vanno in controtendenza rispetto alle tensioni che attanagliano i rapporti Est – Ovest, rilanciate oggi in maniera più che maldestra dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, John Huntsman, che, in riferimento allo schieramento di una flotta Usa nel Mediterraneo – comprensiva di due portaerei -, ha affermato che queste navi “rappresentano 100.000 tonnellate di diplomazia internazionale”, intimando alla Russia di porre fine alle “sue azioni destabilizzanti in tutto il mondo”.
Un’esibizione muscolare non solo del tutto inutile, a meno di immaginare una guerra globale Russia-Usa (nella quale peraltro le portaerei sarebbero vani giocattoli), ma anche dannosa quanto inopportuna, dato che il mondo ancora piange le vittime del Terrore in Sri Lanka: un dolore che dovrebbe unire.
A tal proposito, tra i commenti all’eccidio di Pasqua, quello che ci è parso più felice e di più concreta prospettiva è quello di Xinhua, l’Agenzia stampa ufficiale della Cina, che suona molto più intelligente dei proclami anti-terrorismo che si levano puntualmente dagli esponenti politici d’Occidente dopo avvenimenti simili; proclami sempre più stantii e vacui, inane vociare che suona di oltraggio al dolore innocente.
Così Xinhua: “Per eradicare gli attacchi terroristici serve una profonda cooperazione internazionale. La storia insegna che le spinte egemoniche alimentano il terrorismo. Solo con il multilateralismo e la collaborazione si può sradicare l’estremismo”.
“La lotta contro il terrorismo sarà lunga – aggiunge la nota -. Essa richiede un contrasto delle sue manifestazioni e delle sue cause alla radice. Per gli uomini che aborriscono la violenza è giunto il momento di unire le forze e affrontarlo”. Il neretto è nostro.