25 Ottobre 2018

Putin, Conte e il summit di Istanbul

Putin, Conte e il summit di Istanbul
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Il primo ministro Giuseppe Conte, in Russia, ha invitato Putin a Roma. Una visita programmata che va controcorrente rispetto alla marea maccartista che vuole dividere l’Est e l’Ovest del mondo.

La visita di Conte e il crollo della metro

La visita è avvenuta il giorno dopo l’incidente “anomalo” (così il comandante dei vigili del fuoco Giampietro Boscaino) avvenuto alla metropolitana di Roma, che ha visto coinvolti per lo più i tifosi del Cska, giunti per assistere alla sfida che vedeva la propria squadra opposta alla As Roma.

Solo alcuni feriti, ma poteva andar peggio. La squadra dell’esercito russo (il Cska, appunto) ha poi perso, ma l’attenzione dei media, più che su quanto accaduto all’Olimpico, si è concentrata sul collasso delle scale mobili della stazione di Repubblica (nome impegnativo).

In un primo tempo si era parlato di tifosi russi scatenati che, saltando, avrebbero determinato il collasso della struttura. Ma la divulgazione di un video fatto da uno di questi tifosi sembra smentire tale ricostruzione, dato che si vede solo la scala impazzire e scendere in picchiata senza motivo apparente.

La indagini sono in corso e si sta prendendo in considerazione l’eccessivo sovraffollamento della scala mobile, che comunque dovrebbe essere attrezzata per questa eventualità, che si verifica peraltro ogni mattina.

Putin e il summit di Istanbul

Al di là della cronaca più o meno locale, resta l’importanza della visita di Conte a Mosca, che precede, con coincidenza significativa, l’incontro che lo zar russo avrà con altri premier europei, ovvero la Cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, che vedrà il 27 ottobre a Istanbul (vedi Piccolenote).

Una successione di incontri che vedono il leader russo terminale di attenzioni finora contrastate con successo dal fronte maccartista.

Segno che qualcosa sta cambiando nel mondo, anche se è presto per parlare di una vera e propria svolta, e tantomeno di una tregua.

Peraltro, il fronte maccartista, seppur costretto dagli gli attuali rovesci (non ultimo la criticità innescata dal caso Khashoggi) ad abbassare un po’ la guardia, non ha affatto smobilitato. Anzi. Certi sviluppi avversi lo rendono oltremodo nervoso, con il rischio di fibrillazioni impazzite.