Corea: Cina e Usa per porre fine alla prima guerra infinita
Tempo di lettura: 2 minutiIl ministro degli Esteri della Corea del Sud, in una conferenza stampa, ha affermato che il suo paese e gli Stati Uniti “hanno concordato” la bozza per una dichiarazione che porti alla fine formale della guerra di Corea, che si è conclusa nel 1953 con un armistizio che non è mai sfociato in una pace formale tra i contendenti. Da questo punto di vista si può considerare la prima guerra infinita, fiore del male generato dalla prima Guerra Fredda.
Stati Uniti e Corea del Sud, ha aggiunto il ministro, concordano circa “l’importanza della dichiarazione” e stanno valutando modi per fare progressi nelle consultazioni con la Corea del Nord.
“Il nostro governo ritiene che una dichiarazione di fine guerra sia un passo cruciale in vista dell’obiettivo di una completa denuclearizzazione e di un duraturo accordo di pace nella penisola coreana”, ha affermato Chung. “Il nostro governo ritiene che una dichiarazione di fine guerra offra una buona opportunità per riprendere il dialogo con la Corea del Nord, rompendo l’attuale situazione di stallo” (Stars & Stripes).
La dichiarazione di Chung fa seguito alle dichiarazioni del presidente nordcoreano Moon Jae-in, che a metà dicembre aveva detto che Stati Uniti e Cina avevano trovato convergenze sulla necessità di giungere a una dichiarazione di pace della guerra coreana (Stars & Stripes).
Ciò dimostra che, sottotraccia e nonostante il reciproco sfoggio muscolare, Washington e Pechino hanno ancora canali di comunicazione e possono trovare convergenze, quando di reciproco interesse, come dimostra peraltro la ripresa del dialogo sulla sicurezza marittima del Mar cinese meridionale di questi giorni (South China Morning Post).
Più che probabile, anche grazie al placet cinese, che l’ipotesi di arrivare a una dichiarazione che ponga una fine formale alla guerra coreana sia accolta con favore da Pyongyang, che ovviamente dovrà valutare la bozza, apponendovi magari modifiche concordate con la controparte, prima di accettarla, perché la pace si fa tra opposti.
Pyongyang non ha fatto trapelare molto sulla questione, ma Stars & Stripes fa notare che, a settembre, si sono espressi “sia Kim Yo Jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, che un alto funzionario del partito al governo, i quali hanno definito tale possibilità come ‘interessante’ e una ‘buona idea’”.
Di tale ipotesi ha parlato lo stesso Kim, il quale ha dichiarato: “Abbiamo discusso della dichiarazione di fine della guerra in diverse occasioni in passato perché abbiamo apprezzato la necessità e il significato della [dichiarazione], che potrebbe rappresentare l’inizio di un meccanismo che garantisca la pace nella penisola coreana”.
Invano Trump ha cercato, con lodevole ostinazione, un’intesa con la Corea del Nord, scontrandosi contro il fuoco di sbarramento dai falchi della sua amministrazione (leggi John Bolton, Consigliere per la Sicurezza nazionale e Mike Pompeo, Segretario di Stato), che hanno impallinato con successo tali tentativi.
Biden sembra stia riprendendo faticosamente il filo di quel dialogo interrotto, che pure, va riconosciuto, ha avuto il merito di aprire alla questa nuova possibilità. Diverso l’approccio delle due amministrazioni Usa: pubblico il precedente, riservato il successivo, predisposizione che forse conferisce all’iniziativa di Biden maggiori possibilità di successo. Vedremo.