Crollo a Wall Street
Tempo di lettura: 3 minutiLa Borsa è crollata. Il crollo di New York si è ripercosso per tutto il mondo. Ci si è interpellati su questo imprevisto e improvviso crollo, che ha tenuto in ansia per un giorno intero il mondo intero, rievocando fantasmi del passato recente che si sperava esorcizzati.
Su quanto accaduto sono state fatte le congetture più svariate. Tanto svariate proprio perché non c’era un motivo reale scatenante.
Dal momento che l’Arte della Finanza è assurta a religione, e religione misterica, anche le spiegazioni del caso sono consegnate al misticismo esoterico, e divulgate ai comuni mortali con un linguaggio altrettanto misteriosofico.
Si accenna a una qualche non ben definita «volatilità» dei mercati americani (non i mercati dove va la gente comune, ma quelli sui quali compra e vende la grande Finanza). A una conseguenza necessitata da improvvidi rialzi pregressi.
Ma è solo una delle tante teorie che sono circolate in questi due giorni. Diffuse da diversi analisti che a loro volta hanno riferito quanto a loro consegnato da altri e più oscuri analisti.
Come altrettanto strambe e divergenti le spiegazioni del giorno dopo, che annaspano nel tentativo di spiegare come mai a un precipitare tanto repentino e profondo sia seguita un’altrettanto imprevista e improvvisa frenata.
Insomma, questo altalenante andamento della Borsa resta un mistero chiuso in sé. Del quale solo gli iniziati hanno la chiave.
Detto questo, più banalmente si può osservare che il crollo è coinciso con l’insediamento alla Federal Reserve (Fed come chiamata in gergo) di Jerome Powell, scelto dal presidente Donald Trump come successore di Janet Louise Yellen.
Di questo Powell si dice che voglia continuare a seguire le orme della Yellen, che ha guidato la Fed senza infamia e senza lode. Ma a quanto pare i padroni della Finanza non ne sono tanto convinti.
Sebbene sia alquanto ovvio che il presidente americano abbia scelto Powell di concerto con gli ambiti finanziari, c’è sempre il rischio che il presidente decisionista, e a volte improvvidamente decisionista, e portatore di idee non coincidenti con quelle dei grandi gruppi finanziari (ad esempio l’irreversibilità della globalizzazione) sia tentato un domani di mettere il naso e il becco sulle regole (in realtà non-regole) proprie della Finanza e dei Mercati.
Così hanno dato uno sgrullone, per usare un termine meno misteriosofico. Un avvertimento a Trump: il presidente degli Stati Uniti ha certo il potere di nominare il capo della Fed, ma le regole dei Mercati sono decise da altri, altrove.
Al presidente Usa non è permesso entrare in tale materia. Pena la polverizzazione del risparmio e lo scatenamento di una nuova crisi economica. Un avvertimento alto e forte, che non può essere ignorato.
Speriamo che i grandi della Finanza non ci abbiano preso gusto. E che la stabilizzazione odierna perduri.
Certo, in rovesci come questi vengono persi miliardi di dollari, 115 pare in questa crisi, un esito che penalizza anche i plurimilardari come Buffett, Bezos, Zuckerberg. Ma sono soldi virtuali, in realtà tali persone non hanno subito danno alcuno.
I danni veri, se la crisi fosse continuata, sarebbero stati solo per quanti vivono, o sopravvivono, di soldi reali. Quelli che hanno votato Trump contro la grande Finanza che li ha trascinati nel lastrico in questi anni.
Trump finora ha mantenuto le sue promesse elettorali, tranne quella riguardante un possibile accordo con la Russia, che semplicemente non si poteva fare a causa delle potenti forze ostative.
Qualcuno gli ha voluto ricordare che la parte del programma elettorale riguardante il ridimensionamento della grande Finanza non può e non deve essere attuata. Un messaggio esplicito, da non dimenticare.
Il fatto che Trump abbia osservato un lungo silenzio mentre tutto attorno a lui crollava è indicativo che ha compreso benissimo il messaggio che gli è stato recapitato.
Allo stesso tempo gli ambiti finanziari internazionali hanno mostrato i muscoli. E creato un vulnus alla narrativa trumpiana (ma indubitabile) che vede l’America conoscere una nuova prosperità.
Potrebbero riprovarci, magari a ridosso delle elezioni di midterm. Per penalizzare ancora una volta un presidente che hanno dovuto accettare obtorto collo, dal momento che si era fatto portatore di istanze proprie di un Capitalismo non consegnato alla finanza speculativa, che anzi da questa è spesso bistrattato.
Vedremo. Ad oggi restiamo fermi al mistero di questi due giorni. Che per fortuna non è stato particolarmente doloroso.