Cuba: un quinto dei cubani lavora nel settore privato
Tempo di lettura: < 1 minute«È stato un 1° maggio storico quello celebrato dai cubani in occasione della giornata internazionale dei lavoratori […] A rendere questa festa dei lavoratori diversa è stato il fatto che accanto ai dipendenti statali in marcia verso piazza della Rivoluzione c’erano anche gli imprenditori privati e i loro dipendenti. Ovvero quella nuova realtà lavorativa nata con la prima fase di “prudente riformismo” avviato da Raúl Castro». Così la Stampa del 3 maggio. Nell’articolo, intitolato «Cuba, la prima festa del lavoro privato», si spiega che, «dalla fine del 2010, quando il governo ha iniziato a concedere licenze per avviare attività in proprio, oltre 250mila, tra piccoli imprenditori e lavoratori, hanno ingrossato le fila del settore privato che oggi conta 400mila persone. A dicembre, il ministro dell’Economia, Adel Yzquierdo, parlando dinanzi all’Assemblea nazionale, ha spiegato che […] il numero dei lavoratori non statali è di 1,1 milioni, il doppio rispetto al 2010». Va inoltre considerato, spiega ancora l’articolo, che «lo Stato ha trasformato circa 2mila aziende pubbliche in società cooperative controllate dagli stessi dipendenti».
Considerando che lo Stato dà lavoro a circa quattro milioni di persone, un quinto dei lavoratori cubani opera nel privato. In poco più di due anni è cambiato tanto.