DeSantis si rilancia, mentre Trump affronta altri guai
Tempo di lettura: 3 minutiRon DeSantis è volato in israele per rilanciare la sua candidatura alla Casa Bianca. E, per rilanciarla, ha voluto al suo fianco Netanyahu. Ma, insieme al suo padrino politico, ha voluto incontrare anche Miriam Adelson (Axios), moglie del defunto Sheldon Adelson, munifico finanziatore dei neocon repubblicani (sostenne anche la candidatura di Trump, ma imponendogli John Bolton come Consigliere per la Sicurezza nazionale e tanto altro).
Oppositori e sostenitori
L’incontro tra il premier israeliano e DeSantis ha suscitato irritazione tra gli oppositori di Netanyahu. Tra questi Donna Nevel, che su Haaretz ricorda le proteste di massa “contro le azioni e le politiche sempre più repressive di Israele”, in particolare contro la riforma della magistratura voluta dal governo.
“Come i palestinesi e molti altri hanno chiarito, dovrebbero anche protestare (e alcuni lo stanno facendo) contro il trattamento disumano da parte di Israele nei confronti dei suoi cittadini palestinesi e di coloro che vivono sotto la sua occupazione militare senza godere del più fondamentale dei diritti”.
“In effetti, molte delle leggi e delle politiche fondamentali di Israele sono antitetiche all’uguaglianza dei diritti, e lo sono sempre state. Organizzazioni palestinesi, israeliane e internazionali per i diritti umani hanno documentato la disumanità e l’ingiustizia del sistema di apartheid israeliano (che fa eco a ciò che i palestinesi dicono da decenni)”.
Certo, la fonte è di parte, ma resta che non c’è mai stato nella storia di Israele un governo così di destra, tanto che i suoi critici hanno definito le forze politiche che lo compongono “un classico movimento fascista” (B. Michael, Haaretz). Ed è vero che la riforma della magistratura ha suscitato perplessità a livello internazionale, come è sotto gli occhi di tutti l’irrigidimento del nuovo governo sulla questione palestinese, che ha suscitato un ulteriore, opposto, irrigidimento.
DeSantis: il candidato neocon
Ma al di là del complicato rebus israelo-palestinese, resta il nuovo attivismo di DeSantis. In altra nota avevamo registrato come egli si presenti come il candidato neocon per eccellenza, alternativo a Trump. E che aveva nascosto la sua subordinazione a tale circolo fino a quando Trump non è stato incriminato.
Dopo la battuta d’arresto del suo avversario, che inseguiva nei sondaggi, ha infatti mutato la sua posizione sulla guerra ucraina abbracciando il bellicismo neocon e rettificando le dichiarazioni pregresse di segno del tutto opposto (Associated Press).
Ma la sua stella si era di nuovo appannata (The Guardian) e ora trova nuovo slancio. Non solo grazie al rinnovato rapporto con i neocon, con cui Netanyahu ha stretti rapporti, ma anche grazie a un nuovo inciampo del suo avversario, che proprio in questi giorni deve registrare la deposizione di Mike Pence davanti al Gran Giurì che indaga sull’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio (ABC News).
Trump ha fatto di tutto per evitare la deposizione del suo ex vicepresidente (neocon e ora acerrimo nemico), avendo questi già esternato sul punto contro di lui. Avvertiva il pericolo e forse non a torto.
In sintesi, i neocon mirano a far fuori Trump dalla corsa politica giocando di sponda con il partito democratico e avvantaggiandosi dei suoi guai giudiziari. E il loro candidato è Ron DeSantis.
Trump spera di riuscire a sopravvivere a questa manovra a tenaglia. E di poter correre contro Biden che, rinnovando la sua candidatura ha messo nei guai i democratici, che ne temono l’età avanzata e le gaffes.
La candidatura di Biden è però gradita ai neocon, che sanno che non avrebbe speranze contro DeSantis. E, però, Biden crede che sarà ancora il Tycoon a correre contro di lui, tanto che in una delle sue celebri gaffes ha detto che Trump sarà “forse il futuro presidente” (New York Post).