Di documenti de-secretati e false flag
Tempo di lettura: 4 minutiL’operazione trasparenza lanciata da Trump sulla morte del presidente John Fitzgerald Kennedy riserva sorprese. Nonostante abbia deciso di de-secretare solo parte dei documenti riservati relativi all’assassinio del presidente più amato dagli americani (e alle inchieste successive), c’è tanto materiale che interpella.
Così tanto che il New York Times ha bandito un pubblico concorso ai lettori, chiedendo loro di comunicare al quotidiano le cose che avevano trovato più interessanti. Un modo per far leggere ad altri la montagna di documenti diventata ormai di pubblico dominio.
Nelle carte non ci sono solo i sospetti su un possibile coinvolgimento nell’omicidio della mafia o del Kgb, come riportato ieri su tutti i giornali. Maria Giovanna Maglie, sul sito Dagospia, ha accennato ai contenuti di altri documenti, come ad esempio quelli relativi ai sospetti paranoici dei sovietici su un possibile complotto interno ordito per incolpare Mosca dell’omicidio così da giustificare un attacco americano.
Un rebus intricato, un labirinto di specchi in quelle carte, che va collocato nella situazione di allora, quando sovietici e americani erano nemici irriducibili, ma anche, di fondo, alleati necessari per garantirsi la condivisa egemonia globale.
Ciò non vuol dire che a volte non cercassero di rompere quell’equilibrio di fondo per acquisire vantaggi sul nemico necessario. È accaduto per i missili sovietici a Cuba e in altre circostanze meno note al grande pubblico.
Sul web gira un documento (cliccare qui) che rivela una delle tante idee circolate al tempo per rompere tale equilibrio. Il documento, al quale rimandiamo, riguarda quanto avvenne all’interno dello Special Group-Augmented.
Tale organismo aveva il compito di rovesciare Fidel Castro, ma è più che probabile avesse compiti più allargati riguardo il pericolo comunista. Della struttura partecipava il direttore della Cia e alti funzionari dell’amministrazione americana.
Un memo relativo ai lavori di tale gruppo rivela l’ideazione di una false flag, come si chiamano in termine tecnico, ovvero una operazione sotto falsa bandiera: aerei russi ma pilotati da americani avrebbero dovuto attaccare un obiettivo “amico” degli Stati Uniti, così da giustificare un intervento militare di Washington.
Così furono incaricati degli esperti per studiare come procurarsi un mig sovietico. Si valutò che c’erano due possibilità: provocare la defezione di un pilota russo che lo consegnasse agli americani o acquistarlo da un Paese che ne fosse dotato (avendolo acquistato a sua volta dai russi).
In alternativa fu presa in esame la costruzione, nel più assoluto segreto, di un velivolo identico ai mig russi. Il documento riporta i costi specifici per la produzione. Una nota spese alquanto divertente, alla quale rimandiamo. Più interessante il memo che illustra la nota, che riportiamo:
– La CIA ha attentamente valutato le forme possibili per l’acquisizione di un aereo sovietico.
– Per mezzo della defezione di piloti sovietici o di un paese neutrale
– Attraverso l’acquisto di un aereo da un Paese che non appartiene al Blocco [sovietico ndr] che abbia ricevuto gli aerei dall’Urss.
– Per quanto concerne l’ipotesi A ci sono state solo quattro defezioni di piloti di aerei da combattimento sovietici, tutti MIG 15, dal 1955. L’acquisizione di un aereo sovietico attraverso la defezione è stata inibita dall’accesso limitato di piloti [ovvero da un controllo capillare dei candidati ndr] e dalla decisione politica di vari Paesi di concedere asilo ai piloti [che lo chiedessero ndr] ma di restituire l’aereo. Le operazioni volte a creare defezioni in aree non del Blocco [sovietico ndr] potrebbe creare problemi politici. Il fatto che gli Stati Uniti siano attivamente impegnati in tentativi di creare defezioni di piloti di Paesi che si suppongono amici potrebbe essere rivelato.
– Per quanto riguarda l’ipotesi B la CIA ha studiato la possibilità di acquistare [aerei russi ndr] attraverso tutti i suoi canali. L’opinione diffusa è che è molto difficile convincere i Paesi a vendere aerei sovietici.
– Nel caso di un aereo acquisito attraverso la defezione o l’acquisto, la rivelazione dell’interesse statunitense precluderebbe il successivo uso sotto copertura di tali apparecchi. Tenere segreto l’esistenza di aerei realizzati per un possibile uso sotto copertura richiederebbe la realizzazione [del velivolo ndr] in un’area di massima sicurezza. Altrimenti, sarebbe molto difficile mantenere segreta l’esistenza dell’aereo agli occhi indiscreti della stampa americana e dell’opinione pubblica.
– C’è la possibilità che tali apparecchi possano essere usati per un’operazione ingannevole portata a termine per confondere i piani del nemico negli spazi aerei, per lanciare un attacco a sorpresa contro istallazioni nemiche o nell’ambito di una operazione volta alla provocazione, nella quale gli apparecchi sovietici sarebbero usati per attaccare gli Stati Uniti o installazioni [di Paesi ndr] amici per fornire una giustificazione a un intervento degli Stati Uniti. Se gli aerei dovessero essere usati in tali operazioni sotto copertura, sembra preferibile costruirli negli Stati Uniti.
Nulla di particolarmente sconvolgente: in fondo basta aver guardato film o letto fumetti western per capire di cosa si tratta. In alcuni di questi film capita di osservare le gesta di avventurieri impegnati a predare le terre degli indiani.
Avventurieri che simulano un attacco indiano a una fattoria, con tanto di frecce adatte allo scopo, per provocare l’intervento delle giubbe blu contro la sfortunata tribù locale. Roba che fa sorridere insomma. Ma anche no.
Detto questo, si tratta di un documento istruttivo, che conserva certa attualità.