Dilaga la produzione d'oppio
Tempo di lettura: < 1 minute«La produzione di oppio ha raggiunto i livelli più alti da 16 anni a questa parte, in particolare in Afghanistan, dove l’area utilizzata per la coltivazione del papavero è cresciuta del 36%. In Myanmar, che insieme all’Afghanistan copre il 90% della produzione mondiale, le zone dove si coltiva l’oppio sono cresciute del 13.5%». Questi i dati del rapporto annuale dell’Unodoc, l’agenzia delle Nazioni Unite contro la droga e la criminalità organizzata, riportati sull’Avvenire del 27 giugno. Secondo l’Unodoc mai le aree coltivate a oppio sono state così estese, almeno da quando, era il 1998, l’Onu ha iniziato a monitorare il fenomeno.
(Titolo della breve di Avvenire: La denuncia dell’Onu: è boom dell’oppio).
Nota a margine. L’incremento della produzione di oppio ha tante motivazioni, una su tutte: il dilagare del terrorismo internazionale che con il traffico di droga (e di altro) si alimenta e riproduce. Quanti ricordano l’invasione americana in Afghanistan dopo l’11 settembre rammentano forse anche che uno degli obiettivi dichiarati della guerra contro i talebani e Osama Bin Laden loro ospite (loro hanno sempre negato) era appunto lo sradicamento della coltivazione del nefasto papavero. Invece è accaduto l’esatto contrario: i talebani avevano vietato quella coltivazione, determinando una fortissima contrazione della produzione. Subito dopo la guerra tutto è tornato come prima… chi volesse approfondire può leggere qui.