25 Marzo 2019

Ebrei e islamici di Pittsburgh e Christchurch contro il Terrore

di Pietro Paolo Pantarotto
Ebrei e islamici di Pittsburgh e Christchurch contro il Terrore
Tempo di lettura: 2 minuti

La comunità ebraica di Pittsburgh sta raccogliendo soldi da inviare in solidarietà delle vittime del massacro di Christchurch in Nuova Zelanda dove il 15 marzo un attacco terroristico di stampo suprematista ha provocato 40 morti e altrettanti feriti tra i musulmani che pregavano in due moschee.

“So cosa si prova perché, soltanto sei mesi fa, ero nei loro panni”, afferma Marnie Fienberg alla Jewish Telegraphic Agency, “è come se fossi bloccata al 27 ottobre 2018”. Quel giorno, infatti, la sinagoga Three of Life di Pittsburgh venne stravolta da un’analoga strage, 11 le vittime, provocata da un analogo insensato atto di odio.

Furono tanti i leader religiosi che espressero solidarietà per le vittime di allora, tra cui si distinse, secondo un articolo di Molly Pascal pubblicato sul Washington Post, la comunità musulmana della città.

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Qui la scrittrice appartenente alla sinagoga di Pittsburgh racconta: “Wasiullah Mohamed, il direttore esecutivo del Centro islamico di Pittsburgh, è salito sul palco. Ha annunciato che il centro aveva iniziato a raccogliere fondi per pagare le spese funerarie per le vittime”.

“Mohamed ha anche fatto un voto: ha assicurato che la comunità musulmana di Pittsburgh sarebbe stata fisicamente accanto a quella ebraica. Lui e membri della sua comunità si offrirono di stare di guardia personalmente alle porte delle sinagoghe locali, se necessario, per consentire agli ebrei un ingresso sicuro ai nostri luoghi di culto e di accompagnarci, se fossimo stati insicuri, alle nostre attività quotidiane.”

“La Nuova Zelanda – scrive ancora la Fienberg – può essere all’altro capo del mondo, ma è la stessa storia di odio e violenza contro persone che pregano pacificamente il loro Creatore. Vorrei essere lì per consolare le famiglie e aiutarle a sopportare il dolore e l’angoscia”.

“Non riesco a smettere di piangere per chi è rimasto solo, specialmente i bambini. I bambini che sono abbastanza grandi da capire la perdita, ma non capiscono l’odio insensato e del tutto folle che lo ha generato”.

“[… ] Alle famiglie che sono nell’angoscia voglio dire che noi della comunità ebraica siamo loro fratelli; siamo tutti figli di Abramo. Siamo inorriditi da questo attacco e piangiamo profondamente la loro perdita. Preghiamo per la pace e personalmente pregherò oggi che le vostre famiglie siedano accanto ad Allah in paradiso”.

Nulla da aggiungere.