Etiopia: fallito il golpe contro il presidente della svolta
Un tentativo di colpo di Stato ha scosso l’Etiopia nel fine settimana. Il golpe, ordito dal generale di etnia amhara Asamnew Tsige, era cosa seria, tanto che i congiurati hanno ucciso cinque importanti personalità vicine al governo del Primo Ministro Abiy Ahmed Ali (nella foto), tra cui il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e il Governatore della regione centro-settentrionale di Amhara, quest’ultimo stretto alleato del Primo Ministro etiope.
Sabato a Bahar Dar, capitale di Amhara, il governatore della regione Ambachew Mekonnen è rimasto ucciso assieme al suo consigliere dopo che un commando ha fatto irruzione in una riunione. Poche ore dopo è stata la volta del Capo di Stato Maggiore Seare Mekonnen, assassinato nella sua residenza di Addis Abeba dalla sua guardia del corpo.
Ma nonostante il caos iniziale il piano è fallito. Le forze governative hanno presto riportato l’ordine e diversi cospiratori sono stati arrestati. Il generale Tsige è stato ucciso mentre tentava di fuggire dal suo nascondiglio vicino Bahar Dar.
Torbide circostanze
L’attacco a Bahar Dar è avvenuto mentre il governatore Mekonnen era in riunione con il governo regionale per decidere come frenare il reclutamento illegale di milizie di etnia amhara, avviato dal generale Tsige stesso.
Quanto bastava a far presagire seri disordini interregionali, dato che Tsige aveva precedentemente diffuso un video in rete dove esortava gli amhara alla lotta armata contro gli altri gruppi etnici.
Sembrerebbe quindi che Tsige abbia reagito contro chi voleva fermarlo, ma nulla è certo.
Le cause del golpe non sono ancora chiare, e sebbene sembrino attacchi coordinati non è nemmeno chiaro se l’assassinio del Capo di stato maggiore sia collegato in qualche modo con quello del governatore di Amhara.
“Non sembra essere un colpo di stato nazionale e concertato” ha detto William Davison, analista dell’Etiopia presso il gruppo di crisi globale Crisis Group. “Non è chiaro quali motivazioni abbiano spinto chi ha ucciso il Capo di Stato Maggiore”, ha continuato.
A detta del governo, un eventuale collegamento con l’assassinio del Capo dell’Esercito si baserebbe su ragioni di matrice etnica, vista l’appartenenza di Seare Mekonnen alla minoranza tigray. Tsige era ben noto per la sua linea etnico-nazionalista dura e intransigente.
L’Etiopia con i suoi 100 milioni di abitanti e più di 80 diversi gruppi etnici resta un calderone in ebollizione; crescono sempre di più le tensioni tra governo federale e le etnie che rivendicano maggiore autonomia e risorse a scapito delle altre.
Il Primo Ministro illuminato
Abiy Ahmed Ali ha cambiato molto l’Etiopia, contribuendo a rafforzare l’immagine estera del paese tramite svolte democratiche.
A poco più di un anno dalla sua nomina ha infatti posto fine alla repressione politica e favorito la libertà di stampa, oltre a normalizzare una volta per tutte le relazioni con l’Eritrea, nemico ventennale.
Importante anche l’epurazione di varie personalità appartenenti all’esercito e alle forze di sicurezza, macchiatesi di crimini contro l’umanità. La sua intromissione negli affari militari, così come l’aver insediato un nuovo capo di stato maggiore, gli ha procurato molti nemici tra le file dell’esercito.
Non è un caso, quindi, se più volte Abiy sia stato bersaglio di diversi attentati.
P.S. Da ricordare come l’Etiopia, già in rapido sviluppo economico, sia tra i maggiori beneficiari africani dell’iniziativa cinese Belt and Road, principalmente per via della ferrovia Addis Abeba-Gibuti che collega il paese alla via della seta marittima; “L’Etiopia è un deciso partner della Cina nel continente africano”, ha affermato il ministro degli affari esteri etiope alla vigilia del forum per la cooperazione internazionale della BR ad Aprile.
Peraltro, la Belt and Road ha avuto l’esito di favorire la pace tra Etritrea a Cina, dato che i porti eritrei hanno un’importanza cruciale per la Nuova via della Seta, che vede nell’Africa una naturale, quanto privilegiata, via di sviluppo.