Foreign Affairs: l'Occidente responsabile della crisi Ucraina
Tempo di lettura: < 1 minuteLa crisi Ucraina vista dal Foreign Affairs, una delle più autorevoli riviste americane di politica estera: «Gli Stati uniti e i loro alleati europei condividono la maggior parte della responsabilità della crisi. La radice del problema è l’allargamento della Nato, l’elemento centrale di una strategia più ampia per spostare l’Ucraina fuori dall’orbita della Russia e integrarla in quella occidentale. Allo stesso tempo, anche l’espansione dell’Ue verso Est e il sostegno dell’Occidente al movimento per la democrazia in Ucraina — a cominciare dalla rivoluzione arancione nel 2004 — sono stati elementi di criticità.
Dalla metà degli anni 1990, i leader russi si sono fermamente opposti all’allargamento della Nato e negli ultimi anni hanno messo in chiaro che non sarebbero stati a guardare mentre il loro vicino di grande importanza strategica viene trasformato in un bastione occidentale. Per Putin, il rovesciamento illegale dell’ex Presidente Yanukovich, filo russo e democraticamente eletto– che ha giustamente etichettato come un “colpo di stato” — è stata l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso».
Dopo aver accennato alla Crimea, presa dalla Russia nel fondato timore che vi si installasse una base navale Nato in grado di destabilizzare ancora di più la situazione, la rivista americana spiega che tentare di trasformare l’Ucraina in una «roccaforte occidentale» è stato un «errore grossolano» quanto rischioso: «sarebbe un errore ancora più grande continuare questa politica illegittima
».
A riportare le osservazioni del Foreign Affairs è stato il Manifesto del 30 dicembre.