I giorni cruciali dell'amministrazione Trump e l'incidente aereo
Tre dei candidati più problematici dell’amministrazione Trump sono comparsi ieri davanti alle commissioni del Senato per le udienze che precedono il momento in cui le loro nomine dovranno essere confermate o meno: Robert F. Kennedy Jr. per la Sanità, Tulsi Gabbard, che dovrebbe diventare capo dell’Intelligence nazionale, e Kash Patel, chiamato a ricoprire la carica di direttore dell’Fbi.
Le udienze di conferma
Tre figure problematiche per tanti motivi. Kennedy – che si è presentato come indipendente alle presidenziali per poi schierarsi con Trump – è il critico più feroce di Big Pharma e della gestione dell’emergenza Covid, che tali aziende hanno guidato in combinato disposto con lo zar della sanità Anthony Fauci.
La Gabbard – candidata alla presidenza Usa per il partito democratico nel 2020, poi passata con Trump – è da tempo ingaggiata in una critica serrata contro le guerre Usa e ieri ha ribadito i rilievi pregressi sull’invasione dell’Iraq, basata sulla menzogna delle armi di distruzione di massa di Saddam; una guerra, ha affermato, che ha rafforzato il mostro di al Qaeda; quindi, ha aggiunto come il sostegno alle milizie ingaggiate nel regime-change siriano ha generato il mostro dell’Isis. Critiche che non risuonano spesso nelle aule del Congresso degli Stati Uniti.
Patel, dal canto suo, ha dichiarato che darà mandato per rivelare i nomi dei complici di Jeffrey Epstein, il miliardario che gestiva un traffico di bambini per pedofili di altissimo livello, scomparso, insieme ai suoi segreti, in un carcere americano dopo il suo arresto (anche Trump aveva dichiarato di voler pubblicare l’elenco dei clienti, stranamente non perseguiti nonostante abbiano commesso reati gravissimi).
Come prevedibile, le audizioni dei tre sono state più che movimentate, con i senatori che li hanno interpellati che hanno fatto di tutto per metterli in difficoltà, con punte di acredine alquanto inusuali per le aule del Congresso Usa.
Si tratta di tre pedine fondamentali della rivoluzione trumpiana, insieme a Elon Musk e Pete Hegset (chiamato a vigilare sull’apparato militar industriale), che gli antagonisti di Trump – politici, magnati della Finanza e apparati – tenteranno in tutti i modi di affondare nel voto di conferma, cosa che avverrà se riusciranno a convincere alcuni repubblicani a votare contro. Votazioni sulle quali si registrano pressioni fortissime (basta osservare il fuoco di sbarramento alzato da tutti i media mainstream Usa, in particolare contro la Gabbard).
Una giornata cruciale, dunque, quella di ieri per l’Impero americano, che purtroppo è stata funestata dal disastro aereo avvenuto poco lontano dalle aule in cui si sono svolte le udienze, un incidente che ha causato la morte di 67 persone, 64 dell’aereo passeggeri e tre militari che viaggiavano sull’elicottero che ha abbattuto il volo civile presso l’aeroporto Ronald Reagan di Washington, DC.
Il disastro aereo
Tanti gli interrogativi sull’incidente. Uno tra i tanti, e forse il meno rilevato, il fatto che dall’elicottero Black Hawk che ha colpito l’aereo non si sia avuto un minimo cenno di risposta all’avvertenza della Torre di controllo dell’aeroporto sul pericolo di collisione.
I media mainstream lamentano che la Torre di controllo era sotto organico, essendo in servizio solo due addetti dei quattro incaricati. Ma, seppur commendevole, non sembra che tale deficit abbia avuto un ruolo nell’accaduto, dal momento che l’allarme all’elicottero era stato lanciato, eccome.
Dal momento dell’allarme al crash passano più di venti secondi. In quel lasso di tempo l’equipaggio, pure “esperto”, come ha dichiarato Hegset – era composto da “un capitano, un sergente maggiore e un sottufficiale capo” – non ha né risposto all’avvertenza né ha fatto nulla per evitare la collisione.
In realtà, l’elicottero ha “fatto l’opposto di quanto gli è stato detto”, ha dichiarato Trump in un briefing successivo, nel quale ha ribadito la sua rabbia per l’accaduto, non riuscendosi a spiegare perché il velivolo militare non abbia né rilevato né visto il volo civile ed abbia continuato a volare dritto per dritto, nonostante la notte fosse limpida e l’aereo passeggeri avesse le luci di segnalazione accese.
“Per qualche ragione non sono state apportate modifiche” alla rotta, ha rincarato la dose Trump. “Poteva rallentare, poteva essere fermato. Poteva salire o scendere. Poteva andare in su, in giù o virare”, ha aggiunto. “Poteva fare un milione di manovre diverse. Per qualche ragione ha continuato ad andare dritto per poi compiere una leggera virata alla fine, ma a quel punto era troppo tardi”.
Peraltro, i Black Hawk H-60, quello dell’incidente, sono tra gli elicotteri più avanzati dell’aviazione americana, tanto da essere impiegati, come accaduto ieri, anche nelle missioni segrete che vanno sotto la denominazione di Continuità di governo (COG), predisposte per assicurare che, in caso di catastrofe (naturale o meno), il governo degli Stati Uniti possa continuare a esercitare le sue funzioni.
Tanto avanzato che può essere guidato tranquillamente a distanza. Lo ha riferito la casa costruttrice, la Lockheed Martin, in un articolo pubblicitario dello scorso ottobre: “Come si comanda un elicottero Black Hawk per eseguire una missione in modo autonomo da una distanza di 300 miglia (480 km)?”
“Molto semplicemente, utilizzando un tablet collegato all’aereo […]. Durante l’incontro annuale dell’Associazione dell’esercito degli Stati Uniti a Washington DC (Associazione dell’esercito degli Stati Uniti 2024), i visitatori e i più alti gradi militari dell’esercito degli Stati Uniti hanno potuto constatare come un elicottero Black Hawk integrato con il sistema di autonomia MATRIX™ Sikorsky può ricevere comandi di missione da remoto in tempo reale. Quindi, eseguire quella missione da solo, utilizzando i sistemi autonomi di bordo, anche senza un controllo da remoto o input del pilota”.
“Il sistema MATRIX è unico perché non è un semplice sistema di guida in grado di seguire una rotta pianificata. Infatti, il sistema agisce in modo completamente indipendente, reagendo a un ambiente di combattimento dinamico per evitare minacce, ottimizzare la rotta ed eseguire, se necessario, procedure di emergenza”.
Probabile che per una missione importante come la COG, il Black Hawk che ha abbattuto il velivolo civile fosse dotato di un tale sistema. Nonostante ciò, tutto è andato storto, anzi, purtroppo dritto. Prima o poi si avranno lumi ulteriori, forse.
Su X, nuovi video, molto ravvicinati, dell’impatto sono già diventati virali, qui un paio di link : Video 1 ; Video 2