Gli Usa abbandonino pretese insostenibili di egemonia unilaterale e dialoghino con la Russia
Tempo di lettura: < 1 minuteIn un editoriale sulla Stampa del 30 giugno (titolo: Perché Putin lancia la sfida a Obama), Roberto Toscano ha parlato dei recenti motivi di contrasto tra Washington e Mosca (vedi caso Snowden e appoggio alla Siria), spiegando che ciò che sta accadendo tra le due superpotenze nasce da lontano. Durante la presidenza di Boris Eltsin, il popolo russo si è sentito umiliato da un Presidente scelto dall’Occidente, che ha portato «virtualmente al collasso» la nazione, causando un risentimento verso gli Stati Uniti che ora si manifesta in un nuovo nazionalismo, incarnato dalla figura di Putin. Da qui gli attuali attriti Usa – Russia. Oggi, con Putin, si constata una ripresa del nazionalismo russo: «Non sarà certo facile – conclude Toscano – per Washington affrontare il “problema Russia”. Lo potrà fare soltanto con una sua inclusione, nella questione siriana ma non solo, e un suo riconoscimento non certo incondizionati ed indulgenti verso le derive autoritarie, ma sì rispettosi di un Paese e un popolo che – indipendentemente dalla natura del regime e dei suoi vertici – non possono rassegnarsi alla marginalità. La Guerra Fredda non tornerà, ma a patto di evitare profezie catastrofiste, che tendono ad autorealizzarsi, e le pretese ormai oggettivamente insostenibili di egemonia unilaterale».