Haass e il dialogo con la Russia
Tempo di lettura: 2 minutiSulla Stampa del 3 marzo Paolo Mastrolilli intervista Richard Haass, presidente del Council on Foreign Relations, preoccupato per lo scenario internazionale, preda di spinte confliggenti che rischiano di innescare una guerra tra potenze. Interessanti le risposte sulla Russia e sull’Iran, che riportiamo.
Il dialogo con la Russia? «In linea di principio sono favorevole, ma il dialogo deve avvenire in un contesto di maggior fermezza, rafforzando la Nato e la capacità dell’Ucraina di difendersi. Nello stesso tempo dobbiamo rassicurare Mosca, mostrando rispetto, includendola nelle discussioni regionali e globali, chiarendo che il nostro obiettivo non è rimuovere Putin o portare Ucraina e Georgia nella Nato
».
L’accordo nucleare con l’Iran va cancellato? «No. Non è particolarmente buono, ma se lo abbandoniamo unilateralmente finiamo isolati noi americani, non l’Iran. Teheran si considera un potere imperiale che spinge per un’ampia influenza regionale, e il nostro obiettivo dev’essere collaborare con gli alleati arabi, occidentali e Israele per contenerlo
».
Nota a margine. Più che interessante questa intervista. Va tenuto in debito conto che il Council on Foreign Relations è uno dei think tank più influenti degli Stati Uniti. Scopriamo così che l’idea che sia necessario un attutimento delle tensioni tra Mosca e Washington non appartiene al solo Trump, ma trova diverse e importanti convergenze.
Più che condivisibile l’accenno alla necessità di escludere l’Ucraina (e la Georgia) dalla Nato, passo inevitabile per iniziare un dialogo con Mosca (non si può iniziare a parlare se prima le pistole non vengono riposte nella fondina).
Mentre curiose suonano le affermazioni sulle rassicurazioni da dare a Putin riguardo l’assenza di manovre per destituirlo, che evidentemente rimandano a oscure iniziative in tal senso.
Colpisce anche che non si parli di Crimea, il punto di maggior controversia per quanto riguarda l’Ucraina. Putin non potrà mai rinunciarvi: sarebbe un colpo fatale per Mosca dal momento che ospita la più importante base navale russa e le assicura uno sbocco sul Mediterraneo.
Resta che è proprio a riguardo dell’invasione della Crimea da parte della Russia, avvenuta a seguito del colpo di Stato anti-russo a Kiev, che l’Occidente ha sanzionato Mosca. Il nodo dovrà essere dunque sciolto nell’ambito di un dialogo globale.
Interessante anche l’accenno di Haass sull’Iran, altro punto cruciale per la pace o la rovina del mondo. Più volte l’attuale amministrazione ha manifestato la propria contrarietà all’accordo sul nucleare iraniano, ma senza entrare nei dettagli.
Il consiglio di Haass di non farlo saltare è più che realista, al di là della ragionevolezza o meno dell’idea successiva di riequilibrare il Medio Oriente attraverso la soluzione dei due blocchi contrapposti (sunniti e sciiti). Tale soluzione del caos mediorientale presenta vantaggi e svantaggi, anche se al momento sembra quella che trova più convergenze (ad esempio sembra la stessa, detta in altri e meno condivisibili termini, esternata dal ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman in un’intervista pubblicata sulla Repubblica del 28 febbraio).