Hersh: i generali russi e ucraini stanno trattando
Seymour Hersh sostiene che il capo di Stato Maggiore ucraino Valery Zaluzhny e il suo omologo russo Valery Gerasimov stanno portando avanti delle trattative riservate per porre fine alla guerra ucraina. A informare il premio pulitzer dei colloqui una fonte riservata interna alle segrete cose degli Stati Uniti.
Secondo la ricostruzione, i due starebbero discutendo dei rispettivi confini, con la Russia che conserva Crimea e i territori occupati del Donbass, mentre all’Ucraina sarebbe concesso di aderire alla NATO purché il suo territorio non sia usato per preparare un’altra guerra, cioè non sia ingolfata di armi (per inciso, la soluzione si muove sulla falsariga di quanto sostenuto da Henry Kissinger nell’ultimo anno di vita).
Quanto a Zelensky, Hersh scrive che il funzionario col quale ha parlato gli ha riferito che al presidente ucraino è “stato fatto capire che non sarà lui, ma l’esercito, a risolvere il problema, e che i negoziati continueranno con o senza di lui”. Hersh, puntualizziamo, è cronista serio e affidabile.
L’intervista di Zelensky e lo scontro con Zaluzhny
La rivelazione giunge mentre Zelensky ha pubblicamente riconosciuto il fallimento della controffensiva e annunciato l’inizio di una nuova fase della guerra, che sarà difensiva, in linea con la nuova strategia elaborata dalla NATO di cui abbiamo dato conto in note pregresse.
Ma per Kiev potrebbe essere troppo tardi per un’inversione di marcia. Senza un previo accordo con la Russia, Mosca potrebbe impedire all’esercito ucraino di alzare presidi. I modi sono tanti e diversificati: l’uso dell’aviazione, l’artiglieria o attacchi mirati per sfondare linee strategiche.
Ma il cenno più importante fatto da Zelensky è quando afferma che, oltre a scarseggiare di armamenti e proiettili, l’esercito ucraino manca anche di “forze di terra”. In tal modo, anche se in maniera implicita, non solo ammette la mattanza alla quale ha costretto il suo esercito, mandato allo sbaraglio contro il parere dei suoi stessi generali, ma anche che non è in grado di sopperire alle perdite, tanto è immane il danno arrecato.
Vuol dire, cioè, che anche ampliando la leva non si riuscirà a colmare adeguatamente i vuoti; e se si considera l’ampiezza del fronte, si può comprendere quanto potrebbe risultare difficile tenere le linee in questa situazione.
La rivelazione di Hersh conferma che la guerra tra Zelensky e i suoi generali è aperta. Ne abbiamo dato conto in altre note, ma più di recente si è saputo che la moglie del capo dei servizi segreti militari è stata avvelenata, anche se fortunatamente si è salvata. Insieme a lei, sono stati avvelenati anche diversi ufficiali della stessa intelligence, anche questi sottoposti a cure e salvati.
I media mainstream hanno accreditano tale operazione a Mosca, ma sembra più inserirsi nello scontro segreto e senza esclusione di colpi che si sta consumando all’interno della leadership ucraina, essendo l’intelligence militare un pendant dell’esercito stesso. Una lotta che ha registrato anche il misterioso incidente occorso al braccio destro di Zaluzhny, Gennady Chastyakov, ucciso da un pacco contenente una bomba.
L’ipotesi di una nuova Maidan e le rivelazioni della Zelenskaya
Difficile prevedere come andrà a finire lo scontro interno, dal momento che Zelensky ha dalla sua l’ambito occidentale più bellicoso, che non vuole rinunciare alla guerra contro la Russia fino all’ultimo ucraino.
Date le circostanze si potrebbe profilare un putsch dei militari, come anche una rivolta di piazza, peraltro paventata di recente dallo stesso Zelensky che ha parlato della possibilità di una nuova Maidan organizzata dai russi (il riferimento è obbligato: in tal modo gli oppositori sono identificati come traditori) o altro.
L’ipotesi di una nuova rivoluzione di piazza non è del tutto aleatoria: un articolo di Politico del febbraio 2023 che dava spazio al dissenso che serpeggiava in Ucraina, spiegava appunto che Zelensky avrebbe potuto essere spodestato da una nuova Maidan. E il dissenso si è rafforzato…
Ma al di là delle ipotesi, resta che per il presidente ucraino è arduo deflettere, altrimenti gli ambiti che l’hanno sostenuto finora potrebbero essere tentati di eliminarlo dalla scena politica e sostituirlo.
Ma, nonostante la difficoltà, sembra che stia ugualmente cercando una via di uscita, come segnala l’intervista della moglie, Elena Zelenskaya, all’Economist, nella quale la donna ha affermato che non vuole che il marito si ricandidi alla presidenza, spiegando che “probabilmente dovremo inventarci qualcosa di nuovo”.
Insomma, si potrebbe prospettare un futuro alla Guaidò, scelto dall’Occidente come presidente del Venezuela e oggi dismesso ai giardinetti, con un incarico di visiting professor presso la Florida International University (che non si nega a nessuno).
Da notare che la Zelenskaya ha fatto le sue confidenze allo stesso giornale che il mese scorso ha pubblicato una grande intervista a Zaluzhny… Così, tali confidenze sembrano prendere la forma di un segnale – di compromesso o resa – inviato all’antagonista del marito per conto dello stesso.
Vedremo, nel frattempo la rivelazione di Hersh appare la notizia più importante del momento. Se i massimi generali dei due Paesi si parlano, possono confrontarsi su tanto, sia riguardo il presente che sul futuro.