I misteri del missile caduto in Polonia e la sfiducia verso Zelensky
Tempo di lettura: 4 minutiIl caso del missile caduto in Polonia è ormai chiaro: era un missile ucraino e non russo, come ormai concordano tutti. Ma restano strascichi e un alone di mistero che interpella.
La prima conseguenza è che i rapporti tra Stati Uniti e Ucraina si sono un po’ raffreddati a causa delle dichiarazioni mendaci di Kiev che per poco non trascinavano il mondo nella terza guerra mondiale.
Le follie di Zelensky iniziano a irritare i suoi sponsor
Tali dichiarazioni fuorvianti sono state rilanciate da quasi tutti i media e i politici occidentali che hanno l’ordine di scuderia di avvalorare tutto ciò che proviene da Kiev e derubricare a propaganda le affermazioni russe.
Ma nonostante la compattezza dimostrata nell’occasione dai volenterosi sponsor di Kiev, nelle alte sfere inizia a circolare insofferenza verso le stranezze del presidente ucraino. Lo registra il Financial Times in un articolo nel quale riferisce: “Commentando le parole di Zelensky, un diplomatico di un paese NATO a Kiev ha detto al Financial Times: ‘Sta diventando ridicolo. Gli ucraini stanno distruggendo la [nostra] fiducia in loro. Nessuno sta incolpando l’Ucraina e stanno apertamente mentendo. Tutto questo è più distruttivo del missile'”.
Nonostante tutto, però, Zelensky, pur modificando leggermente la sua versione, tiene il punto: “Non so cosa sia successo. Non lo sappiamo per certo. Il mondo non lo sa. Ma sono sicuro che si sia trattato di un missile russo e sono sicuro che abbiamo sparato con i sistemi di difesa aerea”.
Il presidente ucraino non potrebbe sostenere questa commedia da solo, è ovvio che ha tanti e potenti sostenitori tra falchi Usa e falchetti europei che vogliono che la guerra continui e, anzi, divampi fino a diventare un conflitto su larga scala. E tale sostegno fa sì che i dissidi attuali con gli Usa andranno a ricomporsi, anche se resta l’attrito con quella parte dell’amministrazione americana che spinge per i negoziati (Biden, Sullivan, il Pentagono…).
La disfida sui negoziati, però, non si gioca nel rapporto con Kiev, ma nel confronto serrato che sta attraversando l’Occidente, e in particolare l’America, tra i sostenitori di tale sviluppo e i contrari.
Polonia: i misteri del missile
Ma al di là di tale contesa, restano alcuni punti non chiari sulla vicenda del missile. Due particolari, infatti, destano domande. Il primo è l’insistenza degli ucraini per partecipare all’inchiesta sul luogo dell’esplosione, avviata da Polonia e Stati Uniti.
Dal momento che Kiev non ha nessun motivo di dubitare dell’imparzialità e della professionalità dei tecnici di queste nazioni, perché insistere? Hanno paura che scoprano qualcosa di imbarazzante?
Il secondo particolare che interpella lo desumiamo da una notizia della Cnn, che, in base a informazioni Nato, spiegava che il missile caduto in Polonia è stato seguito da un aereo dell’Alleanza che sorvegliava la zona.
“‘Informative con le tracce radar [del missile] sono state fornite alla NATO e alla Polonia”, ha detto la fonte NATO. Anche Biden aveva fatto cenno alla traiettoria del missile: “E’ improbabile, vedendo la traiettoria, che sia stato sparato dalla Russia”.
Se tale traiettoria è stata tracciata, tutto dovrebbe essere ormai chiaro: paternità del missile, punto di partenza etc . Eppure di tutto ciò non trapela nulla e, cosa ancora più strana, non risulta decisivo per dare una lettura ufficiale alla vicenda.
A ciò si può aggiungere che, se è stata tracciata la traiettoria del missile ucraino, deve essere stata tracciata anche la traiettoria dei missili russi che doveva intercettare. D’altronde, l’Ucraina è al momento l’area più monitorata del mondo da satelliti, radar, velivoli Awacs e quanto altro e l’attacco russo poteva passare inosservato.
Il fatto che sulla traiettoria del missile ucraino aleggi ancora il mistero e che non si parli affatto dei missili russi contro i quali era destinato, fa sorgere il dubbio che nell’area difesa dal sistema antiaereo che l’ha lanciato non c’era in corso alcun attacco russo o che almeno l’incidente presenti anomalie di ardua spiegazione.
Sul punto, annotiamo le parole di Jakub Kumoch, consigliere del presidente polacco Duda: “Ci sono molte indicazioni che uno dei missili [ucraini] usati per abbattere un missile russo abbia mancato il bersaglio. Il suo sistema di autodistruzione non ha funzionato e questo missile purtroppo ha causato una tragedia” (Washington Examiner).
Un doppio, sfortunato, incidente di percorso, dunque. E questa, sarà probabilmente, la ricostruzione ufficiale. Non vogliamo accreditare le dichiarazioni russe che hanno parlato di un attacco deliberato per coinvolgere la Nato nel conflitto – come ha tentato di fare Zelensky successivamente -, ma il mistero e le cautele dell’inchiesta non aiutano a dissipare dubbi.
Il collasso dell’Ucraina e gli avvertimenti inascoltati di Putin
Per quanto riguarda la guerra, val la pena riferire il titolo di un articolo del New York Times: “L’Ucraina sta avanzando e la Russia si sta ritirando, ma il presidente Zelensky ha un grosso problema”.
Così l’articolo: “Il problema più grande dell’Ucraina potrebbe non essere la minaccia militare rappresentata dall’esercito di Putin, per quanto rimarrà significativa, ma piuttosto far fronte alla distruzione che gli attacchi della Russia provocano sulla sua economia – e in un momento in cui le prospettive per l’ampio e continuo flusso di aiuti I disperati bisogni di Kiev potrebbero diminuire a causa del deterioramento delle condizioni economiche in Occidente”.
Quando ancora la Russia non aveva iniziato a lanciare missili su tutto il Paese, Zelensky chiese 5 miliardi dollari al mese per far fronte alle spese dello Stato. Tale bisogno sta aumentando esponenzialmente, perché servono soldi per ripristinare ciò la Russia distrugge e che distruggerà di nuovo una volta ripristinato. Altro motivo per aprire un negoziato…
Sui bombardamenti attuali, infine, ci permettiamo una riflessione. Quando la Russia ha iniziato a prendere di mira le infrastrutture del territorio ucraino si è levato un moto di sorpresa, come se fosse un imprevisto indesiderato.
Eppure Putin aveva da tempo avvertito di avviare trattative perché le cose per l’Ucraina sarebbero solo peggiorate, attirandosi le beffe dell’Occidente, secondo il quale lo zar bluffava, avendo già perso. Eppure aveva avvertito: “Non abbiamo ancora iniziato a fare le cose sul serio” (Ansa).
Se ricordiamo tale aneddoto è per evidenziare come la narrazione occidentale sia totalmente distaccata dalla realtà. Ciò complica tutto, a spese del popolo ucraino.