Il nuovo inviato Onu per la Siria e la necessità di un dialogo tra Assad e ribelli
Tempo di lettura: < 1 minute«Non è necessaria una grande missione Onu. Soprattutto bisogna avviare un dialogo serio tra tutte le parti. Se no è inutile». Così Lakhdar Brahimi, inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba per la Siria, designato dopo le dimissioni di Kofi Annan, in un’intervista rilasciata a France 24 e ripresa dalla Repubblica del 20 agosto. «Il vero obiettivo – ha aggiunto Brahimi – non è quello di dirsi a favore di questo o quello: è di aiutare i siriani facendo tutto il possibile (…). La Siria era un esempio di coabitazione straordinario, ispirato a un sentimento di appartenenza nazionale. In questo senso era un Paese esemplare. Conoscevo molti siriani, ma non ho mai saputo chi fosse cristiano, musulmano, sciita o alawita. Questa era la Siria. Spero che i siriani non perdano questa qualità eccezionale. Che non accada come in Iraq». Infine, interpellato sulle dimissioni di Assad, ha detto: «Vedremo. C’è chi dice che io sia favorevole a che Assad rimanga. Per quanto mi riguarda, non è ancora il momento di affrontare questo punto».