Il petrolio abbandona le vie dell'Arabia
Tempo di lettura: < 1 minute«Nell’ultimo anno il 92% delle entrate dell’Arabia Saudita sono venute dal greggio, ma la domanda di petrolio nel mondo è in costante calo a causa dello Shale Oil nordamericano e dunque dobbiamo diversificare in fretta le fonti di reddito». È il messaggio che ha scritto il principe Al Waleed bin Talal al suo ministro del petrolio, riportato sulla Stampa del 30 luglio da Maurizio Molinari. Prosegue Molinari: «Lo Shale Oil è il greggio che Usa e Canada hanno iniziato a estrarre dal 2008 grazie alla trivellazione orizzontale e al “fracking” che consentono di raggiungere giacimenti finora inesplorati a grandi profondità nel sottosuolo del Nordamerica». Tecniche che iniziano a usare anche altri Paesi, ad esempio la Gran Bretagna, prosegue l’articolo, e che allarmano i vecchi produttori di petrolio.
Titolo dell’articolo: Greggio Usa minaccia per l’Arabia.
Nota a margine. I cambiamenti nell’ambito dell’energia, in genere, sono forieri di nutamenti di ordine geopolitico. Quello che si va profilando in ambito petrolifero è un cambiamento epocale. Che va in parallelo con altri, primo fra tutti l’ascesa mondiale del Dragone cinese. Todo cambia.