19 Marzo 2013

Il sistema antimissile Usa si sposta dalla Polonia all'Alaska

Il sistema antimissile Usa si sposta dalla Polonia all'Alaska
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La minaccia coreana obbliga il Pentagono a potenziare la difesa missilistica in Alaska. Scelta che comporta tagli al sistema anti-missile che si sta costituendo in Polonia, oggetto di aspre controversie con Mosca. Così sulla Stampa del 17 marzo Maurizio Molinari: «Finanziare l’ampliamento dei silos nonostante i pesanti tagli al bilancio della Difesa obbliga Hagel [il nuovo ministro della Difesa Usa ndr.] a rivedere gli stanziamenti per lo scudo antimissile in Europa: le batterie di intercettori in Polonia e Romania verranno realizzate entro il 2018 ma senza l’aggiunta del vettore SM-3 II, come era stato invece programmato. Per illustrare il riassetto strategico alcuni inviati del Pentagono sono in partenza per Mosca e Berlino al fine di condividere le valutazioni sul riarmo di Pyongyang. Sebbene l’amministrazione Obama sottolinei che alla radice della decisione vi sono i recenti test nordcoreani, lo scudo che nascerà sul Pacifico appare destinato a mutare l’equilibrio strategico fra Washington e Pechino diventando una protezione di fatto dal rischio – al momento puramente teorico – di minacce balistiche da parte delle forze armate cinesi».

 

 

Nota a margine. La scelta di Hagel individua una prospettiva: il confronto, speriamo non conflittuale, con la Cina nel Pacifico. Così lo scudo antimissile in Europa assume un’importanza secondaria. Quest’ultimo è stato per anni oggetto di aspra controversia con Mosca, che lo vedeva come una minaccia. Di fatto, quindi, questa scelta dell’amministrazione Usa, dettata dalle circostanze, è nei fatti un gesto distensivo nei confronti di Putin. Che potrebbe portare frutti al momento impensabili.