Il traffico di droga, al Qaeda e la guerra siriana
Tempo di lettura: 2 minutiSi chiama captagon e sarebbe una medicina. In realtà viene usata come droga. Davide Frattini, in un articolo del Corriere della Sera del 16 gennaio (Captagon, l’anfetamina che alimenta la guerra) spiega come tale farmaco, proibito negli anni ’80, è tornato a livello clandestino e il suo uso è diffuso «in Kuwait, a Dubai e in Arabia Saudita». Prodotto nella valle della Bekaa, viene usato nella guerra siriana, dal momento che aumenta le prestazioni, elimina la paura e il dolore e infonde coraggio (ovviamente, chi la consuma in un teatro di guerra può commettere facilmente le peggiori atrocità). Soprattutto, scrive Frattini, «il regime e i ribelli si accusano reciprocamente di alimentare con il traffico [di captagon] gli acquisti di armi».
La vicenda ricorda quanto accadde nella guerra di liberazione dell’Afghanistan dall’invasore sovietico da parte dei mujaheddin. Si era negli anni ottanta (1979-1989) e a gestire il reclutamento dei mujaheddin da ogni parte del mondo arabo era lo strano sceicco Osama Bin Laden (la base informatica che raccoglierà i nomi di questi combattenti per la libertà sarà denominata dalla Cia Al Qaeda, come ricorda Sergio Romano sul Corriere della Sera del febbraio 2012). Allora per finanziare la resistenza si utilizzò una banca con sede a Londra, ma che aveva la sua filiale più importante e operativa in Pakistan, la Bcci. Si scoprirà successivamente che tale banca era, tra l’altro, la centrale di riciclaggio di denaro proveniente dal traffico di droga che i mujaheddin avevano impiantato in Afghanistan per finanziare l’acquisto di armi. Da allora l’Afghanistan è diventato il primo produttore d’oppio del mondo. La storia non si ripete mai alla stessa maniera, eppure a volte certi schemi tornano con noiosa ripetitività (Russia alleata di Assad, al Qaeda contro Assad, traffico di droga per finanziare armamenti…).