Il traffico di droga nel Pil degli Stati europei
Tempo di lettura: 2 minuti«Fa titolo la prostituzione che, in adeguata compagnia con contrabbando e spaccio di droga, entra nel calcolo del prodotto interno lordo, dunque della ricchezza che ogni anno si produce in Italia e in Europa: sono commerci antichi e diffusi che generano un abbondante reddito. La notizia, però, si trova altrove. È nella revisione del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Esa) che scatta a ottobre e che rende più realistico il calcolo della crescita, gonfiandola nella maggior parte dei casi. Per Roma è un cambiamento che vale sino a due punti di Pil, ininfluente per le nostre tasche, ma non per la gestione del bilancio e degli obiettivi europei di consolidamento, visto che potrebbe liberare un miliardo di nuove risorse. La svolta è stata annunciata in gennaio dalla Commissione». La notizia è stata riportata dalla Stampa del 24 maggio.
Nota a margine. I commenti sarebbero infiniti e lascio ai lettori alcune delle ironie del caso. Di certo i burocrati di Bruxelles non difettano in fantasia e la crisi li ha spinti a immaginare artifici contabili improponibili ai singoli imprenditori, specie se piccoli. Ci si può chiedere se la svolta sia da applicarsi su scala mondiale, rendendo, ad esempio, uno Stato fallito come la Somalia, ma fiorente di traffici di tal fatta, uno dei Paesi con il Pil più florido del mondo. Sarebbe curioso immaginare come avrebbe accolto questa notizia un magistrato come Giovanni Falcone. A chi lo rimpiange come noi, questa notizia suona alquanto tragica, indizio di una barbarie che solo una ottusa burocrazia scevra da ogni pudore e senso civico poteva immaginare. D’altronde è la grande finanza a dettare le regole, la quale proprio a traffici illeciti di tal fatta a volte, se non spesso, s’accompagna.